Giacomo Costa
CONCEPT
Megalopoli futuristiche, fanghi post-atomici, rovine urbane. Questi i soggetti del lavoro che Giacomo Costa ha sviluppato a partire dai primi Agglomerati che rappresentarono nel 1996 il suo esordio nel mondo dell’arte. Da allora ogni opera creata da Costa è andata a comporre un immaginario che utilizza il fascino dei paesaggi, e della loro innegabile respingente bellezza, per sviluppare una riflessione sull’effetto che l’azione umana produce sul pianeta che abitiamo.
Nelle sue opere Costa non propone soluzioni e risposte, ma utilizza la sua capacità di costruire immagini terribili e affascinanti per provocare inquietudini che stimolino interrogativi. Le risposte non competono né a lui né a ciascuno di noi singolarmente, ma devono obbligatoriamente essere collettive. Sperando che ci portino nella direzione giusta. La ricerca di Giacomo Costa iniziata con lo studio della fotografia si è gradualmente evoluta in una direzione che perdendo il contatto con le tecniche tradizionali impiega sofisticati processi digitali di derivazione cinematografica.
BIOGRAFIA
Giacomo Costa nasce nel 1970 a Firenze, dove vive e lavora.
Nel 1996 realizza il suo primo Agglomerato.
Tra il 1999 e il 2000 partecipa alla XIII Quadriennale di Roma ed espone il suo lavoro in personali da Photology a Londra, alla Arthur Roger Gallery di New Orleans e alla Laurence Miller Gallery di New York.
Nel 2009 l’editore Damiani pubblica una monografia che ripercorre la sua ricerca a partire dai primi lavori digitali, con prefazione di Sir Norman Foster. Nello stesso anno viene invitato a rappresentare l’Italia alla 53a Biennale d’Arte di Venezia, dove presenta un’imponente installazione sul tema del rapporto tra natura e intervento umano.
Dopo una lunga ricerca sia tecnica che formale, nel 2018 vede luce il progetto TIME(e)SCAPES composto da videoboxes nei quali l’immagine perde la sua staticità per svilupparsi nel tempo. Le nuove opere vengono esposte da nm>contemporary nel Principato di Monaco e da Guidi&Schoen a Genova. Nel 2019 una sua opera della serie delle Aque è esposta nella mostra FUTURUINS nel museo di Palazzo Fortuny a Venezia