ANTONELLO MATARAZZO
Politik: cosmogonia della vanitas
(1962, Italy)
CONCEPT
La dimensione cinetica del film conduce Matarazzo a mostrarci le metamorfosi che avvengono sotto i nostri occhi. Ci troviamo di fronte a una metafora immediata e vivente della natura che, inesorabilmente, fa il suo corso trasformando incessantemente la materia. Ma proviamo piuttosto a leggere Politik non come allegoria della morte, bensì della vita.
Gli insetti, in particolar modo le api, in quanto elementi essenziali nel ciclo della vita diventano simbolo di rinascita, proprio come lo scarabeo nell’antico Egitto (il kheperer, con funzioni magico-apotropaiche). Queste immagini, liberate dalla fissità, possiedono in sé qualcosa di ritmico, di musicale.
Nel video il tema della vanitas si configura come scrittura cosmogonica, animazione digitale che si espande nello spazio, tracciato che si protrae idealmente all’infinito e si collega all’universo, dal microcosmo al macrocosmo. Il segno della mortalità si rovescia, dunque, nel suo contrario, vitalità in espansione: la figura dell’insetto diventa misura di tutte le cose, elemento di intermediazione tra sacro e profano, umano e celeste, fisico e spirituale, consegnandolo a quell’immortalità che è propria dell’arte.
BIO
Antonello Matarazzo (Avellino, 1962) pittore, regista e video artista, esponente del Medialismo.
I suoi video sono stati accolti da numerosi festival cinematografici italiani ed internazionali (Mostra Cinematografica di Venezia, Festival Cinéma Méditerranéen Montpellier, Torino Film Festival, Festival des Cinémas Différents de Paris, Invideo, Locarno ecc.), alcuni dei quali come la Mostra Int.le del Nuovo Cinema di Pesaro e il Festival Internacional de Cine de Mar del Plata hanno proposto sue retrospettive.
Nel 2013 il Festival Signes de Nuit di Parigi gli dedica un Regard Specifique. Nel 2019 l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana programma un suo focus presso la Galeria Kombëtare e Kosovës / The National Gallery of Kosovo di Prishtine.
Il nucleo della sua ricerca si fonda sull’equivocità tra immagine fissa e movimento, il trait d’union tra pittura e video-installazioni è costituito dall’inclinazione nell’indagare aspetti introspettivi e antropologici.
Questa caratteristica del suo lavoro fa sì che in molte Università, tra le quali Brera e Cambridge, le sue opere vengano mostrate in seminari e workshop a scopo didattico. Il suo lavoro è stato presentato alla 53° e 54° edizione della Biennale Arte di Venezia.