Roberto Maria Lino
Roberto Maria Lino (Napoli, 1996) vive e lavora a Roma. Nel 2020 si laurea in Pittura II presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Attraverso l’analisi del proprio passato cerca di reimmaginare la sua infanzia in maniera più sognate: dall’età di quattro anni è stato portato in sala operatoria dal padre ad assistere ad interventi a cuore aperto. Il suo desiderio più grande è quello di trasformare i traumi in punti di forza. Espone a Napoli, Roma, Torino, Biella, Firenze, Venezia e all’estero.
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Il lavoro di ricerca
Roberto Maria indaga i rapporti familiari, in particolare quello tra padre e figlio. Nella sua ricerca artistica assumono un ruolo fondamentale i materiali impregnati di storia: camici operatori, lenzuola, vecchi referti medici, scontrini, pagine di diario. Un altro aspetto improntante del suo lavoro è l’ecosostenibilità, impegnandosi nel dare nuova vita a materiali già esistenti. I gesti lenti e ossessivi sono una costante della ricerca di Roberto Maria Lino e prendono una funzione terapeutica.
The Exhibition
A tutto spessore
Un’indagine sui concetti di spazio come luogo e contenitore artistico, e di materia come elemento su cui intervenire è quella portata avanti da Roberto Maria Lino.
Partendo da vicissitudini personali e familiari, l’artista tessile focalizza la sua attenzione sull’indumento proprio del lavoro del chirurgo, il camice, rielaborando la volontà paterna di vederlo svolgere la professione del chirurgo e sviluppando intorno al concetto stesso di operazione la sua intera ricerca artistica.
A tutto spessore è un’installazione site-specific nata come una riflessione sullo spazio dell’Artiglieria e sul suo significato militare, ormai completamente trasformato, e ha come protagonista la bandiera: elemento a cui si possono attribuire significati differenti ed antitetici come, ad esempio, la pace e la vittoria. Il procedimento artistico compiuto da Lino è basato sulle azioni di tagliare e ricucire, separare ed assemblare frammenti e brandelli di stoffa multicolore proprio come se si trattasse di un corpo fisico sotto intervento, creando così un legame concettuale con l’attività stessa del chirurgo. Il progetto è composto da cinque bandiere di diversa grandezza cucite manualmente dall’artista e successivamente poggiate su una struttura metallica e di cinque piccole tele, ognuna diversa dalle altre.
Il titolo A tutto spessore vuole essere un riferimento a un’altra serie realizzata dall’artista denominata Sutura. I cromatismi del rosso e del bordeaux rappresentano il filo conduttore all’interno del suo lavoro, senza rinunciare alla ricerca dell’irripetibilità e unicità dell’oggetto artistico: le componenti tessili che costituiscono l’opera sono camici operatori che pur essendo stati sottoposti al medesimo processo di tintura, hanno rivelato risultati differenti, unici e imprevedibili nelle totalità ottenute, sottolineando così l’importanza delle diversità e delle caratterizzazioni individuali.
Testo a cura di Margaret Sgarra.