Alessandro Armetta
Alessandro Armetta nato a Palermo il 30 Agosto 1996 Diplomato nel 2015 presso il Liceo Artistico Eustachio Catalano di Palermo, laureato nel 2021 presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e attualmente iscritto all’Accademia di Belle Arti di Torino. Lavora tra Torino e la sua città natale. Membro del gruppo Newgap.
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Il lavoro di ricerca
L’essenza della ricerca artistica di Alessandro Armetta si concretizza nella frenetica e ossessiva ripetizione di un segno. Con esasperazione questo irrompe nello spazio attraverso linee frammentarie che, di volta in volta, alterano i molteplici materiali adoperati. La reiterazione di questo segno spesso sfugge al controllo della sua coscienza e trascina l’artista in un altro luogo, lasciandolo libero di evadere dall’apatica quotidianità che lo circonda, lasciandolo libero di sopravvivere.
The Exhibition
QUANDO TOCCHI TERRA NON TI ALZI PIU’
Attraverso i suoi lavori, spesso a carattere installativo, Alessandro Armetta esprime una potenza che
prorompe dall’interno, una vitalità in sé, come una pianta selvatica che rinasce tra le rovine, in modo
spericolato. Mentre il telaio di ferro dà la forma base all’opera, stecche di legno crescono e costruiscono simultaneamente uno “stato selvaggio” che non si piega alle regole, esponendolo come un confine di sè stesso, una crescita che sarebbe infinita se i limiti e l0esterno dell’opera non avessero bisogno di essere definiti e delineati.
Il suo lavoro cresce su sè stesso, la forma sfonda tutti i discorsi e le logiche interconnesse del sistema estetico occidentale, la parergonalité stessa forma una mappatura radiale a più punti ̶ una mappatura del tutto ̶ attraverso la sua pura combinazione di qualità e quantità. Le stecche di legno vanno oltre la cornice, oltre ogni scopo, oltre le regole della scala umana e ogni desiderio di imporre, formando una linea di taglio di pura bellezza fluente.
L’inserimento di oggetti di scarto apre la porta alle rovine, agli strati nefasti e alle contraddizioni presenti nella nostra società, al possesso e all’abbandono delle cose materiali, agli eccessi del desiderio come nuova egemonia mondiale nascosta, di cui il lavoro di Armetta intende essere un avvertimento.
Nella serie di opere più recenti ha scelto di incorporare l’acquerello nel gesso, alterando la connessione tradizionale tra dipinto e muro, in una fusione che rompe e sfida la consolidata “scatola bianca” del luogo della mostra. Le installazioni che sorgono da terra si fanno eco l’una con l’altra all’interno della stanza, lo spirito umano influenza il cambiamento dello spettacolo e il respiro tra l’estetica violenta delle opere traspone in un quadro utopico di auto-disillusione. Ancora una volta, le opere inserite nei muri, o più precisamente le membra spezzate che si estendono dagli edifici del sito espositivo, rappresentano simbolicamente il paesaggio urbano incompiuto e abbandonato che, come l’eredità dell’era industriale, è uno shock costante per occhi e sensi. Tagliente e intoccabile, è un problema sociale inaccettabile e molto reale in sé.
Testo a cura di Mengyin Wang.