Francesco Rubanu
Francesco Rubanu inizia a fotografare intorno ai vent’anni con le prime macchina digitali, decidendo ben presto di tornare all’analogico. Autodidatta, attraverso la fotografia e lo skateboarding si esprime in un mondo intimo, in cui difficilmente lascia entrare gli altri. La camera oscura, i prodotti chimici, i provini e gli errori sono i motivi della sua fotografia, dando più importanza al percorso che alla meta.
Storia di un uomo comune
Io, 2021
Se “Storia di un uomo comune” fosse un libro, sarebbe un romanzo di formazione. Il racconto per immagini di Francesco Rubanu è un percorso di rinascita, dal buio alla luce, dalla caduta all’inizio di un nuovo percorso. Attraverso i 12 scatti, “Storia di un Uomo Comune” racconta di una solitudine, di una condizione umana sempre più diffusa in una società sì iperconnessa, ma povera di reali relazioni interpersonali. Racconta di uno smarrimento e di un senso di abbandono che, portando il soggetto ai margini della società, lo esclude e lo stigmatizza senza nessuno specifico motivo. Ma racconta anche di un percorso verso la luce, di un’apertura all’altro e di una mano che è pronta ad accogliere e sostenere nell’ascesa verso una condizione migliore.
Sebbene gli scatti siano stati realizzati in luoghi diversi tra cui la Sardegna, la Valsusa e gli Stati Uniti, posti estremamente diversi tra loro, tutti sembrano raccontare una storia comune: la necessità di abbandonare il passato e di rinascere insieme all’altro dandosi una nuova possibilità. Rubanu racconta di come la solitudine e la sofferenza siano qualcosa con cui è necessario confrontarsi per imparare ad attribuire il giusto valore e significato al proprio vissuto e alle proprie decisioni e sceglie di farlo attraverso la fotografia, uno dei linguaggi più familiari della contemporaneità, quasi a voler avvicinare lo spettatore all’emotività del suo racconto.