Angelo Iaia
Angelo Iaia (Brindisi, 1994), studia Arti Visive al DAMS di Bologna e successivamente frequenta il Biennio specialistico di Fotografia a Milano, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive tra
Milano, Bologna e Brindisi.
ETERNO NOTTURNO, 2020
STILL DA MOÎRA LOGOS. UN DISCORSO SUL DESTINO, 2022
Il lavoro di ricerca
La ricerca artistica di Angelo Iaia prende avvio dagli elementi peculiari della Puglia, la sua regione d’origine: instaura un particolare rapporto con il paesaggio a cui si approccia in maniera contemplativa, intrecciando elementi derivanti dalla tradizione e dalle credenze popolari pugliesi. I suoi campi di interesse si focalizzano sulle narrazioni storico-culturali locali, scomparse o che stanno via via scomparendo, e attraverso il lavoro artistico Iaia opera una sorta di salvaguardia del patrimonio culturale del proprio territorio. Un tema ricorrente è lo studio architettonico-archeologico, con particolare riferimento alle strutture rurali circolari e al concetto di “dimora” e “soglia”. Iaia predilige media come la fotografia, il video, la scultura e il suono.
The Exhibition
AUGUSTA TAURINORUM – POLARITÀ NERA, 2022
Nel progetto sviluppato in residenza Angelo Iaia focalizza la sua ricerca antropologica sulle leggende esoteriche legate alla città di Torino, uno dei vertici del triangolo della magia nera e bianca. La costante che unisce i suoi lavori è il concetto di “soglia”, intesa sia come l’ingresso fisico da un luogo all’altro attraverso una porta, ma anche come spunto di riflessione per tematiche come la morte, la magia, la mitologia, il confine tra il reale e l’onirico o, come in quest’occasione, tra il bene e il male. L’artista si concentra sui due monumenti torinesi che meglio rappresentano questa misteriosa simmetria: il Monumento al Traforo del Frejus, considerato la porta dell’Inferno e rappresentativo quindi del polo negativo e la Chiesa della Gran Madre, uno dei più importanti luoghi cattolici della città, luogo simbolo della polarità positiva.
Questi due monumenti, seppur a tre chilometri di distanza, sono posizionati l’uno di fronte all’altro e si dice che mantengano l’equilibrio tra il bene e il male.
Attraverso la fotografia, Angelo ritaglia le gestualità e i volti delle statue che caratterizzano queste due costruzioni e, tralasciando l’opera architettonica nella sua completezza, crea due installazioni che enfatizzano il loro dialogo tra i due estremi. Da una parte si vedono le mani degli uomini-titani della Fontana del Frejus che disperati cercano invano di raggiungere la stella posta in cima alla testa del genio; in antitesi notiamo il candore sacrale espresso dalle figure femminili che rappresentano la fede e la religione, sormontate dal bassorilievo della Madonna appartenente alla facciata della Chiesa. Con l’impiego della “stampa a contatto”, l’artista rielabora i frammenti in bianco e nero e crea una sorta di trompe l’oeil, dando l’impressione che i soggetti ritratti siano realmente viventi.
A cura di Cristina Meli
IG: @angeloiaia_