Intervista a Gaia Ferrini, NICE & FAIR / vincitrice della borsa lavoro
Tra i 13 curatori di NICE & Fair – Contemporary Visions, una delle due vincitrici del premio NICE & FAIR / borsa lavoro è Gaia Ferrini.
Gaia Ferrini, vincitrice di una delle due borse lavoro del valore di 1.500 €, affiancherà la Direzione Artistica di Paratissima nei prossimi eventi. Un percorso professionale che le darà la possibilità di mettere in campo le abilità curatoriali che l’hanno distinta. L’abbiamo invitata a raccontarci qualcosa di più su di lei e sul suo percorso.
Hai ottenuto per merito un importante riconoscimento al termine del corso, ovvero una borsa-lavoro che ti consentirà di approfondire l’esperienza intrapresa all’interno della Direzione Artistica di Paratissima. Cosa significa questo per te?
Per me è un punto di partenza, non di arrivo: un’opportunità per mettermi nuovamente in gioco all’interno di un contesto dinamico quale è Paratissima. Sono sinceramente grata di questa possibilità, che rappresenta soprattutto una piccola conferma di aver intrapreso la strada giusta. Per questo motivo, ho intenzione di restare fedele a me stessa nelle scelte curatoriali future, portando avanti le mie idee e gli artisti emergenti in cui credo.
Perché frequentare un corso per curatori, ma soprattutto perché NICE?
Sono convinta che il mestiere del curatore non si possa insegnare in toto, in quanto si tratta principalmente di un percorso personale fatto di studio e approfondimento atto alla formazione di un proprio pensiero critico, da tradurre poi in mostra. Nonostante ciò, un corso curatori come N.I.C.E. fornisce gli strumenti pratici indispensabili per intraprendere la professione e affrontarne le difficoltà, un’impresa titanica senza il giusto supporto: questo è l’aspetto che più di tutti mi ha convinta a partecipare.
Dove ti trovi ora nel mondo e cosa stai facendo?
Al momento vivo a Varese e collaboro con una galleria in Ticino. Parallelamente, sto continuando a seguire alcuni dei giovani talenti conosciuti a Paratissima per progetti che si concretizzeranno presto.
Buoni propositi per il futuro da qui a 12 mesi?
Sicuramente continuare a fare mostre, partecipando a bandi e cogliendo tutte le occasioni valide che si presenteranno… sto anche pensando di trasferirmi a Torino, città che ho imparato ad amare in questi mesi e che ha davvero molte opportunità da offrire.
Cosa ti senti di consigliare a chi ha intenzione di intraprendere questa professione?
Premesso che anche io sono agli esordi, mi sento di dire che quello del curatore è sicuramente un percorso a ostacoli: è necessaria parecchia tenacia e, soprattutto, pazienza. Avere una mente aperta per gestire le situazioni stressanti e una buona dose di problem solving sono poi indispensabili, perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo… il confronto con gli artisti, inoltre, non è sempre facile (anche se, devo dire, in questo sono stata molto fortunata). Consiglio quindi di non abbattersi di fronte alle difficoltà, ma anzi di vederle per quello che sono, ovvero occasioni indispensabili di crescita!
Last question: cosa ti è rimasto di più di questa esperienza, di questi mesi, delle persone che hai incontrato e del progetto espositivo realizzato? Lo rifaresti da capo?
Di questo percorso porterò con me molte cose: la soddisfazione, dopo mesi di lavoro, di vedere concretizzato il progetto è solo una di queste. Il valore più grande all’esperienza lo hanno dato le persone che ho conosciuto, in particolare i miei colleghi e gli artisti, con i quali ho condiviso momenti indimenticabili di arricchimento professionale e umano. Senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa. Sono orgogliosa dei risultati che, tutti insieme, abbiamo raggiunto e non cambierei nulla delle mie scelte… quindi sì, rifarei tutto da capo!