Gabriele Galimberti
Gabriele Galimberti, nato nel 1977, è un fotografo italiano che live spesso su aeroplani e occasionalmente a Val Di Chiana (Toscana), dove è nato e cresciuto. Ha passato gli ultimi anni lavorando a progetti di fotografia documentaristica a lungo termine in giro per il mondo, alcuni dei quali sono diventati dei libri, come Toy Stories, In Her Kitchen, My Couch Is Your Couch e The Heavens.
Il lavoro di Gabriele consiste soprattutto nel raccontare delle storie, attraverso ritratti e brevi racconti, di persone da tutto il mondo, evidenziandone le peculiarità e le differenze, le cose di cui sono fieri e gli effetti con cui si circondano; i social media sono, in tutte le loro forme, una parte fondamentale della ricerca, necessaria per entrare in contatto, scoprire e produrre quelle storie. Gabriele si è impegnato in fotografia documentaristica dopo aver cominciato come un fotografo commerciale, e dopo essersi unito alla collettiva artistica Riverboom, meglio conosciuta per il suo lavoro intitolato Switzerland Versus The World, esposto con successo i festival, magazine e art show in tutto il mondo.
Gabriele, attualmente, viaggia intorno al globo, lavorando a progetti sia individuali che condivisi, e anche a incarichi per giornali e magazine internazionali come National Geographic, The Sunday Times, Stern, Geo, Le Monde, La Repubblica e Maria Claire.
Le sue immagini sono state esposte in shows di tutto il mondo, tra cui il conosciuto festival Images in Vevey, Switzerland, Le Rencontres de la Photographie (arles) e il rinomato V&A museo di Londra.
Gabriele ha vinto il World Press photo 2021 nella categoria “Portrait Stories” con il suo progetto THE AMERIGUNS.
Toy Stories
Per oltre due anni, Gabriele Galimberti ha visitato più di 50 Paesi e ha creato immagini colorate di bambini e bambine nelle loro case e nei loro quartieri con i loro averi più pregiati: i loro giocattoli. Dal Texas all’India, dal Malawy alla Cina, Islanda, Marocco e Figi. Ha registrato la naturale e spontanea gioia che unisce i bambini nonostante le loro provenienze diverse. Che i bambini possiedano una collezione variegato di macchine in miniatura o una singola scimmia imbottita, l’orgoglio che dimostrano è commovente, divertente e persino provocatorio.