La domanda è doverosa: ma perché ogni anno Paratissima si trova in questa situazione? Non è un problema degli ultimi anni: ancora quando si stava a San Salvario l’individuazione di spazi rappresentava la principale criticità, un problema che si risolveva spesso al fotofinish, ormai a ridosso dall’evento.
1. Paratissima cerca, per sua mission, di mettere a disposizione spazi idonei all’esposizione delle opere d’arte degli artisti e dei creativi emergenti. Avete presente quando diluvia quanto bello sia esporre per strada o non avere visitatori? Noi si, perché abbiamo ancora in mente l’edizione 2011 a San Salvario, sotto una pioggia incessante… ecco, di un tetto sulla testa non vogliamo più fare a meno.
2. Paratissima offre servizi e spazi agli artisti emergenti a prezzi accessibili. Quindi, contrariamente alle fiere commerciali, non basa la sua sostenibilità sulle quote pagate dagli espositori. Deve trovarli da altre parti. Servizi come il bar, la lotteria, il merchandising, etc. funziona meglio quando il pubblico dei visitatori è concentrato in un unico spazio piuttosto che disperso in strade e piazze.
3. Paratissima si è da sempre insediata in spazi abbandonati, incerti, temporanei… dall’appartamento sfitto del 2004 al MOI e TorinoEsposizioni. Potremmo cambiare e cercarci una location più istituzionale. Sarebbe infinitamente più comodo traslocare al Lingotto o in uno spazio già attrezzato per le esigenze di mostre d’arte e per le fiere. Ma pensiamo che questo porterebbe ad una omologazione di Paratissima ad altri eventi fieristi, anche solo nella percezione dei visitatori, facendone perdere il carattere peculiare.
A Torino non mancano gli spazi. Ma manca tutto il resto. Manca una politica attenta a questo tema che non si limiti a slogan e dichiarazioni ma si traduca in indirizzi e linee guida strategiche chiare e accessibili agli operatori. Mancano regolamenti ad hoc che siano pensati per le specifiche esigenze di quelle organizzazioni private che perseguono finalità socio-culturali, contrariamente a quanto si sta facendo a Milano, in Puglia, in Emilia Romagna.
Di conseguenza, quando noi mettiamo gli occhi su uno spazio, sappiamo che da lì in poi sarà tutto in salita. Sarà che ci portiamo sfortuna?
Noi andiamo avanti, ci mancherebbe. Però iniziano a mancarci le idee… dateci una mano voi a trovare uno spazio!
Negli anni siamo cresciuti, addirittura esplosi, e gli spazi occupati hanno assunto dimensioni veramente importanti. Questo pone diversi problemi legati alla sostenibilità complessiva della manifestazione e alla sua coerenza con gli obiettivi culturali che persegue.
Il problema è complesso, non solo per noi ma anche per chi detiene tale patrimonio. Più di una volta abbiamo avuto l’impressione che la nostra manifestazione fosse più fonte di grattacapi per la Città piuttosto che un’opportunità (a costo zero).
Damiano Aliprandi