
Liquida EdiTable
8 MAGGIO - 11 MAGGIO
Il tema della quarta edizione di Liquida Photofestival, Il giorno in cui ricorderò, è un invito a interrogarsi sulla memoria, sulla sua natura effimera e al tempo stesso persistente. A partire da questo spunto, sono stati selezionati venti libri fotografici provenienti dal bookshop Artphilein di Lugano, in Svizzera, ognuno dei quali esplora il legame indissolubile tra immagine e ricordo, frammenti di esistenze, individuali e collettive, attraverso il linguaggio dell’immagine. Fotografia e memoria sono inscindibili: ogni scatto è una traccia, un tentativo di sottrarre qualcosa al fluire del tempo. In questa selezione, le storie personali si intrecciano con quelle collettive, componendo un racconto che oscilla tra l’intimo e l’universale. La memoria, dopotutto, non appartiene mai solo a chi la custodisce, ma si propaga, diventa eredità, costruisce identità condivise. Ogni libro è accompagnato da una sinossi e da un QR code che rimanda direttamente allo shop online di Artphilein. La sezione Editable è a cura di Vittoria Fragapane.

Bookshop Artphilein di Lugano

Special project EdiTable
Yesterday we were girls - Katie Prock
Il passaggio all’età adulta è spesso difficile, ma per le ragazze può essere particolarmente punitivo. L'adolescenza di Katie Prock si è svolta all’interno di una rigida comunità mennonita ed è stata ulteriormente segnata dal peso silenzioso di una storia familiare di malattie mentali, stigmatizzate e celate. Le sue battaglie contro la depressione e l’ansia, insieme all’abbandono delle tradizioni religiose della sua famiglia, hanno lasciato un’impronta profonda che continua a risuonare nella vita adulta. Come fotografa, Katie Prock indaga il suo passato, la perdita dell’innocenza infantile e le sue conseguenze. "Yesterday We Were Girls" intreccia immagini tratte dagli album di famiglia dell'artista —per lo più scattate da parenti maschi—con fotografie contemporanee ispirate ai ricordi della sua infanzia. Se le immagini d’archivio fissano la memoria in una narrazione unica e patriarcale, le fotografie scattate da Prock aggiungono nuove prospettive: ritratti di se stessa e dei suoi spazi domestici.
L'opera esposta per la quarta edizione di Liquida Photofestival, in collaborazione con la Fondazione De Pietri Artphilein di Lugano, è un'opera unica, un collage di grandi dimensioni, composto da centinaia di fogli dove le immagini vengono manipolate, aggiungendo e sottraendo dettagli visivi e testuali, frammentando e ricucendo per evocare la natura selettiva e discontinua della memoria. Alle opere fotografiche si affiancano poesie scritte a mano.
Le pubblicazioni in esposizione:
Romanzo Meticcio, Davide Degano, Artphilein Editions (CH)
Come può essere definita l’identità italiana contemporanea? “Romanzo Meticcio” esamina la condizione postcoloniale dell’Italia come elemento fondamentale della vita contemporanea nel Bel Paese. Il progetto stabilisce un legame tra il presente, il passato coloniale e le ondate migratorie intranazionali e internazionali, invitando a un atteggiamento critico nei confronti dell’eredità imperialiste e fasciste del passato e a un’analisi attenta del loro impatto sulla società contemporanea.

Yesterday we were girls, Katie Prock, Artphilein Editions (CH)
“Yesterday We Were Girls” è un progetto multimediale sulla ricostruzione dell’identità. Da adolescente, l’artista ha abbandonato la tradizione religiosa mennonita della sua famiglia e ha sentito il bisogno di lasciarsi alle spalle l’intera cultura. La sua ricerca di identità è caratterizzata dalla lotta contro i sensi di colpa e la paura della rottura con un sistema che aveva plasmato la sua vita precedente.

A puro caso, Marcello Ruvidotti, Artphilein Editions (CH)
“per puro caso ho avuto il tuo indirizzo” Così, nel 1941, iniziò un lungo scambio di lettere tra i miei nonni. Un dialogo a distanza che divenne rapidamente una storia d’amore destinata a durare tutta la vita. Lei era una ragazza lombarda che aveva iniziato a scrivere come madrina di guerra volontaria; lui era un giovane soldato inviato al fronte in Albania nel 1941 nell’ambito della campagna dell’Epiro. Anni dopo, attraverso lo studio della corrispondenza tra ogni lettera, Marcello Ruvidotti ha messo insieme una mappatura, un itinerario attraverso i paesaggi attraversati da suo nonno.

AND THEN, Bharat Sikka, Fw:Books (NL)
“AND THEN” è la delicata danza tra paesaggio e memoria. In queste immagini, la terra stessa sembra sussurrare storie mai raccontate, riecheggiando la resilienza di un luogo che custodisce sia cicatrici che grazia.

Like Rain Falling From The Sky, Nicola Bertasi, Studio Faganel (IT)
“Like Rain Falling from the Sky” è un’opera fotografica che affronta le conseguenze della guerra americana in Vietnam quarantacinque anni dopo la fine del conflitto armato. Da qui, l’opera costituisce un progetto di ricerca fotografica che indaga anche la relazione tra memoria e guerra.

IUZZA. Goliarda Sapienza, Francesca Todde, Depart pour l’image Editions (IT)
“IUZZA” di Francesca Todde racconta la storia di un incontro, una traversata notturna in mare alla ricerca di Goliarda Sapienza. “Iuzza” è il soprannome affettuoso dato alla scrittrice durante l’infanzia in Sicilia, dove viene al mondo nel 1924. Partendo dai romanzi, dalle poesie, dai racconti, dalle lettere e dai resoconti personali di Sapienza, IUZZA si dipana come un viaggio intimo innescato da forze antagoniste, sovvertendo la natura delle forme e trasformando le parole in immagini. La sequenza di immagini è composta da sette sezioni che operano attraverso spostamenti temporali, riferimenti testuali ed eventi concatenati.

The Season, Giulia Vanelli, Witty Books (IT)
“C’è un legame segreto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio. Un uomo cammina per strada. A un certo punto, cerca di ricordare qualcosa, ma il ricordo gli sfugge. Automaticamente, rallenta. Nel frattempo, una persona che vuole dimenticare un episodio spiacevole che ha appena vissuto inizia inconsciamente ad accelerare il passo, come se cercasse di prendere le distanze da una cosa ancora troppo vicina a lui nel tempo. Nella matematica esistenziale, quell’esperienza assume la forma di due equazioni fondamentali: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.” Milan Kundera, Lentezza

Tarrafal, João Pina, Ghost Books (UK)
Quando il campo di concentramento fu costruito nel 1936 a Capo Verde, al largo della costa dell’Africa occidentale, era una colonia portoghese. L’ordine diretto per la costruzione del campo arrivò dal dittatore portoghese Antonio Oliveira Salazar per ospitare prigionieri politici nel piccolo villaggio di Tarrafal. Il campo divenne noto come il “Il campo della morte lenta”. Nel 1949, il nonno di Pina, Guilherme da Costa Carvalho, giovane militante comunista, fu mandato al campo. Più tardi, quello stesso anno, ai genitori di Guilherme fu concesso un permesso senza precedenti per visitare il figlio e, usando una macchina fotografica Rolleiflex, fotografarono tutti i prigionieri ancora in vita e le tombe di quelli che erano morti nel campo.

Hearth, Maximiliano Tineo, Boîte Editions (IT)
Raccontando l’esperienza della migrazione dall’Argentina alla Francia, Maximiliano Tineo esplora temi universali condivisi da coloro che, ovunque si trovino, affrontano le sfide dello sradicamento legate alla lingua, alle differenze culturali e ai sentimenti di perdita, solitudine e nostalgia. Migrare è un atto di espropriazione.

NOEMA, Michael Swann, Kult Books (SE)
Nel 1961, nel piccolo villaggio spagnolo di San Sebastian de Garabandal, quattro giovani ragazze ebbero un’apparizione della Vergine Maria. Entrarono in uno stato di estasi in cui divennero completamente ignare di ciò che le circondava e delle percezioni sensoriali. Vent’anni dopo, nella città di Medjugorje, in Bosnia ed Erzegovina, sei bambine ebbero anche loro visioni simultanee della Vergine, con simili qualità estatiche. Nel suo libro d’esordio Noema, Michael Swann indaga l’aura del luogo e l’esperienza religiosa cercando segni della presenza della Vergine Maria in questi due luoghi.

What’s Ours, Myriam Boulos, Aperture (USA)
Myriam Boulos lancia uno sguardo implacabile alla rivoluzione iniziata in Libano nel 2019 con le proteste contro la corruzione del governo e l’austerità, culminate con le conseguenze della devastante esplosione del porto di Beirut nell’agosto 2020. Ritrae i suoi amici e la sua famiglia con sorprendente energia e intimità, in stati di piacere e protesta.

My grandfather turned into a tiger…and other illusions, Pao Houa Lei, Aperture (USA)
Il lavoro di Pao Houa Her trae ispirazione da una miriade di fonti: tradizioni familiari apocrife; ritratti della comunità e di sé dell’artista; e paesaggi reinventati, con Minnesota e California settentrionale che rappresentano il Laos. Le narrazioni avvincenti e personali sono radicate nelle tradizioni e nelle metafore contemporanee della comunità diasporica Hmong.

True Places Never Are, Matteo Di Giovanni, The Ice Plant (USA)
“True Places Never Are” riconsidera e riordina questo decennio di fotografie in medio formato di Di Giovanni (inizialmente pubblicate come tre libri fotografici indipendenti), aggiungendo diverse immagini inedite e inquadrandole di nuovo come un unico corpo di lavoro in cui le specificità di posizione e cronologia sono secondarie rispetto ai significati e alle associazioni intangibili che solo la macchina fotografica può suggerire, sia per il fotografo che per l’osservatore.

Stratagems (an overture), Linsday Buchman, Seaton Street Press (USA)
”Stratagems (an overture)” è un racconto visivo che intreccia materiali d’archivio, fotogrammi cinematografici e fotografie, facendo parte di un progetto più ampio, Stratagems (Orange County). L’opera esplora la storia della proprietà terriera, delle suddivisioni urbanistiche, del conservatorismo e delle narrazioni marginalizzate di Orange County, California, attraverso lo sguardo di una Chicana multirazziale e di un adottato transrazziale.

005, Dino Kuznik, Setanta Books (UK)
Negli anni ‘90, in quel periodo, l’obiettivo era dimenticare il passato socialista della Slovenia e fare del capitalismo una storia di successo. Crescendo con immagini e valori americani in TV, nella musica e nella stampa, lo spirito americano veniva comunicato attraverso simboli consolidati. Ciò ha portato a un’attrazione per il simbolismo americano, che Dino Kuznik ha iniziato a incorporare nel suo lavoro fotografico trasferendosi quando mi sono trasferito nella cosiddetta “Land of the Free”. La realtà però appariva molto diversa rispetto a quella immaginata fin da bambino...

Momentos e Maculas, Diego Saldiva, Editions GwinZegal (FR)
“Momentos e Maculas” parte da un’indagine personale sui temi della casa e del territorio. Il lavoro si concentra sul processo di frenetica urbanizzazione che la città in cui Diego Saldiva è nato e cresciuto, Guarulhos, in Brasile. Si tratta di una trasformazione continua e intensa, poiché ogni mese vengono costruiti decine di nuovi edifici, causando cambiamenti sia nella topografia che nel paesaggio

Gibellina 1968. Otto minuti dopo le tre, Giuseppe Iannello, Seipersei (IT)
L’autore esplora il divario generazionale della nuova città e, attraverso questo, i ricordi perduti della vecchia Gibellina. Con il peso della storia sulle spalle, ora è compito della nuova generazione portare la storia di una casa che non ha mai conosciuto. Per questo libro, la frammentazione della memoria è evidente nelle immagini d’archivio che Iannello proietta sui muri del Grande Cretto.

Baja Moda, Pablo López Luz, Editorial RM (ES)
Il progetto Baja Moda esplora due aspetti chiave della cultura latinoamericana contemporanea: identità e resistenza. Pablo López Luz ha iniziato a documentare vetrine di negozi e negozi di scarpe rimasti inalterati nel corso del tempo, indifferenti alle tendenze della moderna cultura globalizzata, apparentemente contrari alla transizione economica verso la produzione manifatturiera all’estero.

Making love to G is gonna be like the first time I tried a cheeseburger, Eleonora Calvelli, Self-published
Attraverso l’analisi due reality show differenti, il progetto vuole riflettere su come questo prodotto televisivo giochi su temi come l’intimità, il voyeurismo e la violenza, offrendo un punto di osservazione privilegiato per conoscere lo sviluppo dell’industria culturale e le modalità con cui il mercato colonizza la comunicazione di massa.

Thinking Like An Island, Gabriele Chiapparini & Camilla Marrese, Overlapse (UK)
Legato a una struttura di libro “non convenzionale”, “Thinking like an Island” riflette su uno spazio geografico, sociale e temporale. Evitando la tipica rappresentazione di un’isola come utopia o distopia, questo lavoro esamina il continuo processo di costruzione dell’identità; scontro e coesistenza, scelta e confinamento, innovazione e resistenza. L’esperienza si rivela stratificata, plurale e densa; una vertigine di crescente complessità.
