Le tue coordinate anagrafiche e geografiche.
Sono nato il 24 luglio 1987 a Torino, dove vivo e lavoro.
Quale tipo di percorso formativo hai seguito, lineare o atipico?
La mia formazione si può definire consecutiva. Ho studiato come fotografo, professione che mi ha permesso di avvicinarmi alla realtà dell’arte e che mi ha fornito riflessioni necessarie a intraprendere un percorso artistico personale.
Hai un mezzo espressivo o una tecnica privilegiata?
L’installazione è il mezzo con cui concepisco i miei lavori, ciò mi permette di non legarmi troppo ad una tecnica o un materiale.
Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori, cosa è che ti ispira maggiormente? Attualità, letture,circostanze casuali oppure ossessioni?
Lavorando spesso sul discorso della coscienza, personale o collettiva, traggo ispirazione dalle situazioni che vivo, dalla memoria e dalle letture.
Nel tuo fare arte cosa è inevitabilmente ricorrente come stile, materiale, forma, soggetto o messaggio.
È inevitabile il fatto che si comprenda l’interazione da parte del pubblico con i miei lavori.
I tuoi punti di riferimento artistico.
Sono fondamentali nella mia formazione di pensiero l’environmental art, come quella di Michelle Blazy e Nils Udo, ma anche l’arte di tono politico e sociale come S.R.L. (Survival Research Laboratories) e Ugo la Pietra. Fondamentali anche il sociologo Georg Simmel e l’architetto Gilles Clemént.
Twitta il messaggio fondamentale sotteso al tuo lavoro, ovvero hai 140 caratteri a tua disposizione.
Il mio lavoro è la creazione di connessioni tra sociale e naturale, tra artificiale ed emotivo, con lo scopo di migliorare il dialogo tra di esse.
Stai lavorando ora a qualche progetto in particolare?
Sto lavorando ad un’esposizione che sarà inaugurata a gennaio 2018 dove mostrerò mia esperienza di dodicenne al g8 di Genova nel 2001.
Cosa è indispensabile per un artista agli esordi?
Personalmente direi di fare esperienze più varie possibile, anche su argomenti e tecniche d’espressione non affini ai propri gusti o alla propria idea di percorso artistico.
Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore: necessario, occasionale o superfluo?
Sicuramente necessario, meglio se si ha la stessa età. L’allestimento è il prodotto del dialogo tra artista e curatore e l’uno può apprendere dall’altro.
Sei stato il vincitore del Premio Plinio Martelli in occasione di #Paratissima12 su oltre 500 partecipanti. Quali possibilità ti ha aperto questo riconoscimento?
La possibilità di potermi confrontare con un ambiente ed un pubblico diverso da quello con cui mi sono relazionato fino ad ora.
A breve inaugurerai la tua mostra “Going on” presso la prestigiosa sede del Castello di Rivara. Puoi darci qualche anticipazione a riguardo?
Parlerà delle relazioni umane e del loro conflitto con la tecnologia delle comunicazioni, e si svolgerà in una chiave intima, quasi romantica.
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