Con la nuova location si aprono anche inedite opportunità espositive per Paratissima!
Finalmente gli artisti hanno a disposizione un’area dove presentare opere “fuori misura”, sculture e installazioni monumentali che vanno a impreziosire la grande piazza d’armi intorno alla quale si distribuiscono gli otto edifici che costituiscono il complesso militare La Marmora. L’affascinante struttura della ex-caserma dispone infatti di un’enorme corte di ben 5.000 metri quadrati, una smisurata superficie outdoor dove poter dar spazio all’arte.
La Direzione Artistica di Paratissima ha invitato quattro selezionati artisti a presentare dei lavori le cui dimensioni trascendono quelle di un canonico stand espositivo. Ognuno di loro ha interpretato questo luogo ricco di storia, memorie e stratificazioni, proponendo opere in qualche modo legate al passato della struttura che le ospita.
L’installazione pensata da Luca Colapietro per Paratissima 13 traspone su una grande parete la sua visione della guerra. 128 azulejos dal lessico assolutamente contemporaneo e dall’iconografia carica di elementi surreali e inattesi vanno a plasmare una composizione dove si combatte con armi metaforiche. L’artista impiega pattern decorativi che sembrano scaturire dal mondo delle meraviglie. I suoi Surrealejos si schierano a favore di un mondo diverso, lontano da violenza, razzismo e odio.
Un monumentale residuato bellico immaginario, realizzato con brandelli di pneumatici, impone la sua presenza ingombrante nel piazzale. Born to Kill è un ipertrofico e grottesco pezzo d’artiglieria realizzato da Nazareno Biondo. Proveniente da un ipotetico futuro postatomico, dichiarato omaggio al Cannone Semovente di Pino Pascali, si propone non tanto come replica fedele di un modello realmente esistito, quanto nei panni di un’astrazione volta a raffigurare l’archetipo dell’arma di distruzione di massa.
Serrati in un tempo indefinito e lontano, forse provenienti da un passato remoto o da una realtà futuribile, sono anche gli Idoli di Paolo Fiorellini. Questi maestosi guerrieri, silenti e anonimi, fasciati integralmente da armature metalliche che ne celano l’identità, si ergono gravi e solenni facendosi interpreti dell’alienazione contemporanea.
Dall’austerità glaciale di questi combattenti-automi si passa all’esuberante e chiassosa presenza delle Barricades ideate da Paolo Ceribelli. Delle vere e proprie barricate anticarro, rivisitate in chiave pop con tinte sgargianti, che reinventano lo spazio che vanno ad abitare. Questa combinazione contrastante tra forma e colore crea un cortocircuito percettivo che invita l’osservatore ad avvicinarsi e a interagire con tali strutture nate invece per respingere e imporre un limite invalicabile.