exhibit and Fair Premi

Il nuovo progetto di Paratissima, attorno alla selezione di artisti giovani ed emergenti, oppure che si stanno appena affacciando al mondo dell’arte e al rapporto con il pubblico, al di là di generi e generazioni, ha uno sguardo alla società e al ruolo che l’arte deve rivestire in essa, come elemento quotidiano e necessario, e non a parte e autoriflessivo.

Proprio dai lavori proposti dagli artisti, infatti, Paratissima individua i temi più urgenti, quelli di cui gli artisti si sanno fare portavoce, spesso inconsapevolmente. Antenne, avanguardie, con quel potere sciamanico che l’arte ha di connettere radici sommerse e il futuro.

Parallelamente, sono stati invitati alcuni Special projects che lavorano su tematiche sociali e concettuali di valore collettivo.

Premi

Torino Creativa Per Paratissima

La Città di Torino e Paratissima hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa che avvia una collaborazione stabile tra i due enti. La mission di entrambe le parti è quella di dare sostegno ai/alle giovani artistə nell’ottica di affermazione della loro professionalità.

La collaborazione che si instaura con il presente atto fa riferimento a tutte le attività e ai programmi nell’ambito della promozione della creatività giovanile con l’obiettivo di creare occasioni e opportunità di visibilità per i/le giovani creativə.

Questa delibera è nata su proposta di Marco Giusta, assessore alle politiche giovanili e creatività che dichiara – “Questa collaborazione con Paratissima è un ulteriore tassello strategico che vuole mettere i e le giovani al centro, il lavoro al centro, la creatività al centro per una Torino in cui è possibile creare percorsi di vita e di carriera”.

Una visione che si concretizza nell’ambito dell’edizione di quest’anno di Paratissima che ospita il corner Torino Creativa.

“Dalla collaborazione tra Torino Creativa e Paratissima nasce un progetto che rappresenta un’esperienza formativa e di accompagnamento per giovani artist*. – racconta Olga Gambari, Direttrice Artistica di Paratissima –  L’iniziativa esprime pienamente identità e obiettivi di Paratissima sia in tema di formazione che di Arte intesa come rete di lavoro e scambio tra attori diversi del sistema. La residenza al Cortile del Maglio sarà l’inizio di un percorso di relazione con il territorio come dimensione storica, geografica e umana da cui nasceranno progetti che, durante Paratissima 2021, si faranno opere e, insieme, restituzione corale dell’esperienza.

 

L’Hub della Creatività con la sua sede al Cortile del Maglio ospiterà le residenze d’artista di questa prima edizione, la curatela delle esposizioni sarà curata da due giovani curatrici vincitrici del progetto NICE di Paratissima, sono Margaret Sgarra e Paola Curci che così commentano il lavoro fatto:

“Grazie alla collaborazione tra Paratissima e Torino Creativa, avremo la possibilità, in qualità di curatrici, di interagire con un quartiere di Torino che racchiude in sé l’essenza stessa della città. Luogo di incontro e di scambio tra diverse culture, Porta Palazzo è infatti capace di cambiare costantemente volto e identità, senza tuttavia perdere la sua ricchezza, che l’arte può intercettare e restituire, diventandone così parte integrante”.

Vincitori del Premio:

> Greta Guiotto

> HPV Film

> Chiara Borgaro

HPV Film

Attraverso una narrazione visiva basata sulle parole e sullo sguardo di chi vive ogni giorno Porta Palazzo, HPV FILM si misura con il quartiere in tutte le sue forme, riportandone una visione dall’interno. Te lo raccontiamo noi restituisce considerazioni e immagini inedite su un luogo che appare ina errabile nella sua pluralità. A partire dalla voce diretta di alcuni dei protagonisti di questa realtà, i videomaker hanno quindi realizzato un video in in nite zoom: una metafora del continuo avvicendarsi del quartiere che, nel suo dinamismo, si rinnova costantemente. A questo si accompagnano diverse testimonianze in forma scritta, tra cui quelle di alcuni bambini delle scuole della zona.

Queste forniscono svariate interpretazioni del luogo, restituendone molteplici visioni.

Chiara Borgaro

Progetto in collaborazione con Emanuele Resce

 

Con il progetto Storie di altre storie, Chiara Borgaro ed Emanuele Resce coniugano la capacità espressiva della fotografia all’elevazione ad opera d’arte dei materiali di scarto. Così, la collaborazione tra i due artisti è in grado di restituire le storie vissute da altre persone. Questo progetto, che vuole essere un omaggio all’eterogeneità del Quartiere di Porta Palazzo e al suo continuo passaggio di identità diverse, si presta al racconto della contemporaneità e dei suoi protagonisti. Le fotografie di Chiara Borgaro, distribuite nel quartiere in forma di cartolina, danno forma al flusso inarrestabile di azioni, movimenti e incontri che si susseguono ciclicamente. Realizzate con pellicole plastiche recuperate nel mercato stesso, le sculture di Emanuele Resce racchiudono a loro volta le storie di chi le ha utilizzate. Queste vengono ri-elaborate e trasformate, diventando simboliche divinità capaci di vegliare sulla moltitudine che ogni giorno attraversa tali spazi.

Greta Guiotto

Conoscere, comunicare e dialogare con i protagonisti delle proprie opere, è fondamentale per gli artisti presenti in questo contesto. Accade anche a Greta Guiotto che, con il progetto fotografico Avec mes Yeux (Con i miei occhi), coglie la singolarità dell’essere umano in ogni suo dettaglio. È infatti lo sguardo dei suoi soggetti a colpire maggiormente lo spettatore. Le sue fotografie sono generalmente realizzate in ambienti interni, privi di elementi di disturbo, affinché sia possibile risaltare l’essenzialità dei tratti e delle differenze che caratterizzano i singoli individui. Marcella costituisce tuttavia un’eccezione. Qui, la movimentata ambientazione urbana di Torino fa da cornice alla figura in primo piano.

Premiati di Art Station 2020

Chiara Chittano

Esplorare i confini del mondo, di un mondo sico e di un mondo psichico. L’occhio ne indaga le forme, lo sguardo riesce a coglierne il senso più intimo. E lo sguardo dell’artista ci rimanda immagini che non vediamo, che troppo spesso non vogliamo vedere. Assumere l’altro come proprio punto di vista ci consente di superare i con ni e Frontiere che sono dentro di noi, a volte talmente interiorizzate da sembrarci “innate”. Ed è questo il fulcro del progetto espositivo Frontiere Umane che coinvolge l’artista e lo si vede magistralmente espresso nelle fotogra e della serie “Specchiandomi nel tuo sguardo mi riconosco” un autoritratto in cui nell’abbattere pregiudizi spinge l’autrice no alla totale identi cazione con l’altro da sé. L’opera pensata e realizzata durante il lock down, un periodo in cui con ni e frontiere hanno scandito e limitato anche sicamente la nostra vita, è il racconto di un viaggio personale che diventa simbolico e universale. E che l’artista ci invita a intraprendere.

Antonio Garullo

Machina Imaginis

La perizia tecnica e l’estetica si fondono perfettamente nelle “macchine dell’immaginazione” realizzate dal collettivo Machina Imaginis, opere d’arte elettroniche che stimolano le percezioni sensoriali attraverso la combinazione di suoni e luci. Lo spettatore, coinvolto in un’esperienza multimediale, deve violare il diktat dello spazio espositivo tramite il gesto sacrilego del toccare l’oggetto esposto, solo grazie a questa influenza reciproca e attiva tra uomo e macchina, sarà possibile ampliare la gamma dell’immaginazione, creando un’emozione o uno stato d’animo. L’interazione intuitiva fa sì che ogni azione sia lecita e i risultati sempre diversi e sorprendenti, come in No.20060920 che invita a sperimentare in modo creativo, o come in Rubens No.1 che può essere usata come uno strumento musicale. La componente tecnologica non esclude richiami a un passato storico-artistico: se nella prima si guarda a Mondrian, nella seconda viene data nuova vita, attraverso la sua trasformazione in macchina, a un dipinto andato distrutto dell’omonimo pittore fiammingo. Allo stesso modo in Natura Morta No.4 viene rispolverato un genere “classico” grazie all’introduzione di un ulteriore media: un interruttore che riproduce il ronzio di una mosca enfatizzando il concetto di caducità e rovina. 

David Delruelle presenta una serie inedita di collage digitali. “Memorabilia” è un plurale latino che significa “memorabile”, “degno di memoria”: un evento conosciuto da tutti, una persona, una discussione o un testo degni di nota per la loro importanza. Con questo titolo Delruelle vuole interrogare la nostra memoria individuale (come si formano e trasformano i nostri ricordi) e collettiva (quali eventi meritano di essere trasmessi?). Il processo è semplice e la tecnica minimalista, la sovrapposizione di due immagini grezze prese dalla stampa e tagliate senza ornamenti. L’effetto è immediato: il confronto di due elementi eterogenei produce una contaminazione di significati che genera nuove narrazioni. Lo spettatore è invitato a sondare come i propri riferimenti, ricordi e conoscenze del mondo influenzino la sua interpretazione dell’opera – e come la sua memoria, prima di essere un’operazione neutra e utilitaristica, sia soprattutto una questione di immaginazione e costruzione.

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