Intervista a Irene Fontana, NICE & FAIR / vincitrice della borsa lavoro
Tra i 13 curatori di NICE & Fair – Contemporary Visions, una delle due vincitrici del premio NICE & FAIR / borsa lavoro è Irene Fontana.
Irene Fontana, vincitrice di una delle due borse lavoro del valore di 1.500 €, affiancherà la Direzione Artistica di Paratissima nei prossimi eventi. Un percorso professionale che le darà la possibilità di mettere in campo le abilità curatoriali che l’hanno distinta. L’abbiamo invitata a raccontarci qualcosa di più su di lei e sul suo percorso.
Hai ottenuto per merito un importante riconoscimento al termine del corso, ovvero una borsa-lavoro che ti consentirà di approfondire l’esperienza intrapresa all’interno della Direzione Artistica di Paratissima. Cosa significa questo per te?
Sono veramente felice di aver ricevuto tale riconoscimento e, soprattutto, grata a Paratissima per la fiducia che sta riponendo in me, nel darmi un incarico di curatela per la prossima edizione. Vincere la borsa-lavoro significa avere una conferma relativa al lavoro svolto e, ancor di più, rispetto alle mie ambizioni.
Perché frequentare un corso per curatori, ma soprattutto perché NICE?
Dopo la laurea in Arti Visive e aver lavorato in una galleria d’arte, ho deciso di approfondire l’aspetto curatoriale relativo alle mostre. Ho scelto NICE perché cercavo un corso a tutto tondo, che non fosse soltanto teoria e nozioni ma anche progettazione e lavoro. NICE offre realmente la possibilità di ampliare le proprie conoscenze attraverso le lezioni e metterle poi in pratica con la realizzazione della mostra finale: questo consente agli studenti di vivere un’esperienza concreta e spendibile in futuro.
Dove ti trovi ora nel mondo e cosa stai facendo?
Attualmente vivo e lavoro a Bologna. Sto cercando di assorbire quanta più arte possibile, anche grazie al lavoro in galleria e all’interno di un palazzo espositivo, che mi permette di essere costantemente in contatto con artisti e addetti del settore.
Buoni propositi per il futuro da qui a 12 mesi?
I propositi sono tanti, così come le idee: nel prossimo anno spero di portare a termine un paio di progetti curatoriali, uno già in fase di realizzazione, e di continuare a coltivare il mio bagaglio personale attraverso visite in musei e studi d’artista e ricerca. Mi auguro di riuscire presto a comunicare la mia idea di fruizione e valorizzazione dell’arte e dare spazio agli artisti e alle tematiche che più mi affascinano.
Cosa ti senti di consigliare a chi ha intenzione di intraprendere questa professione?
L’unico consiglio che mi sento di dare è di iniziare a conoscere e farsi conoscere, confrontarsi e relazionarsi con gli altri. Inoltre, quello del curatore è un lavoro complesso, che si compone di più parti – dalla scrittura alla scelta degli artisti alla manualità nell’allestimento – ed è necessario essere tenaci e motivati, talvolta uscire dalla propria comfort zone.
Last question: cosa ti è rimasto di più di questa esperienza, di questi mesi, delle persone che hai incontrato e del progetto espositivo realizzato? Lo rifaresti da capo?
Ciò che mi è rimasto di più è appunto il legame con alcuni colleghi e artisti, ma anche la soddisfazione di aver creato, insieme ad Antonello Caravelli, una mostra che rispecchiasse entrambi e che fosse, allo stesso tempo, specchio per i visitatori. Ho imparato tanto, soprattutto grazie a sbagli e imprevisti, quindi farei assolutamente tutto da capo: di esperienze formative così non ce ne sono molte in giro!