La tredicesima edizione di Paratissima aveva portato fortuna a Montserrat Diaz , vincitrice del Premio Interno Bonetti e finalista del Premio Mauto.
E il 4 ottobre Montserrat inaugurerà presso lo spazio espositivo di arredo contemporaneo in Via Carlo Alberto la sua mostra personale, “Ritratti senz’anima”.
Le abbiamo chiesto di raccontarci un po’ di sé e di come la sua attività da fotografa sia cresciuta negli ultimi mesi.
Le tue coordinate anagrafiche e geografiche.
Sono nata a Màlaga, in Spagna nel 1976 e vivo a Milano dal 2000.
Quale tipo di percorso formativo hai seguito, lineare o atipico?
Francamente atipico: una laurea in lingue e letterature straniere all’Università Statale di Milano per arrivare all’arte e alla fotografia digitale come autodidatta.
Hai un mezzo espressivo o una tecnica privilegiata?
Prediligo il fotomontaggio. Questa tecnica incrementa di molto le possibilità di esprimere il mio pensiero onirico attraverso la creazione di scenari nuovi e altrimenti
impossibili.
Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori, cosa è che ti ispira maggiormente? Attualità, letture, circostanze casuali oppure ossessioni?
Tendo ad essere molto istintiva in quello che faccio ma, a volte, mi capita di partire da un’idea o dal bisogno di concettualizzare uno stato d’animo o un determinato pensiero: alcuni miei lavori sono studiati a tavolino, frutto di riflessioni e messe in atto con tanto di scenografia. È il caso, ad esempio, di Tempus fugit, Ritratti senz’anima o Hic et Nunc. Invece per altre mie opere, quelle più oniriche e simboliche, non parto da un pensiero a priori, semplicemente obbedisco a un bisogno quasi irrefrenabile
di scattare e di creare nuovi mondi attraverso il fotomontaggio. In questi casi mi lascio guidare dall’intuizione del momento e dall’estetica degli elementi che ho a disposizione senza pensare troppo al significato di quello che sto realizzando. Solo a lavoro concluso capisco di aver dato vita a qualcosa che abitava in me e che attraverso l’arte è riuscito a emergere. È qui che i miei lavori possono dirsi onirici perché accade come con i sogni: prima li faccio e poi l’interpreto.
Nel tuo fare arte cosa è inevitabilmente ricorrente come stile, materiale, forma, soggetto o messaggio?Parto dall’idea che la vita e i sogni siano fatti della stessa sostanza. Se penso al passato, mi accorgo che il ricordo di quello che ho vissuto non è poi tanto diverso dal ricordo che ho del sogno che ho fatto appena sveglia. Questa percezione del passato come un mondo fatto di sensazioni e immagini sfuggevoli, nel suo essere finito mi coglie serena ma suscita in me un inevitabile senso d’inquietudine. È questo il filo conduttore nelle mie opere: esse presentano un’apparenza gradevole che nel suo trasmettere serenità mette a proprio agio l’osservatore ma allo steso tempo, per qualche motivo, riesce ad inquietarlo.
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Se le fotografie ci aiutano a ricordare il passato, le mie immagini oniriche vogliono far riaffiorare in noi sensazioni latenti.
Stai lavorando ora a qualche progetto in particolare?
Io ho bisogno di solitudine e calma per lavorare e in questo momento mi manca la seconda. Diciamo che sono in un momento di pausa creativa ma le idee non mancano mai. Approfitto per mettere in ordine quello che ho fatto fino ad ora (che è davvero tanto) e concentrarmi sulle mostre che ho in programma per il prossimo anno.
I tuoi punti di riferimento artistico.
Il genere “meraviglioso” e quello fantastico di Borges in letteratura. Per quel che riguarda la fotografia ammiro in particolar modo il lavoro di Duane Michals e di Francesca Woodman.
Cosa è indispensabile per un artista agli esordi?
Fare le scelte giuste su dove esporre i propri lavori e saper ascoltare chi è già nel mondo dell’arte, che sia un artista, un curatore o un gallerista.
Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore:
necessario, occasionale o superfluo?
Per me che sono autodidatta e agli inizi, è fondamentale. Tendo a dare molta fiducia a chi lavora con me e cerco sempre di migliorare me stessa in quei punti dove sono ancora acerba.
Sei stata la vincitrice del PRS TALENT PRIZE a Milano e del Premio Interni Bonetti istituito in occasione di #Paratissima13 su oltre 500 partecipanti. Quali possibilità ti ha aperto questo riconoscimento?
Paratissima è un’ottima vetrina per chi fa arte ed è alle prime armi come lo ero io nel 2016 quando partecipai alla XII edizione: mi ha dato enormi possibilità di crescere e di farmi conoscere. I riscontri dopo i premi sono stati sicuramente positivi, a cominciare dalla partecipazione al Sorrento Young Festival e alla collettiva fotografica di ImageNation a Parigi.
A breve inaugurerai la tua mostra nello spazio Interni Bonetti. Puoi darci qualche anticipazione a riguardo?
Sono molto emozionata per questa personale e ringrazio di cuore Renata Bonetti per avermi accolta nella sua galleria, dove saranno esposte, oltre ai premiati Ritratti senz’anima, delle opere presentati a Milano durante la Photo Week sempre nell’evento curato da Paratissima.
CONTATTI:
SITO INTERNET: www.montserratdiazimages.com
INSTAGRAM: @montserrat_diaz_images
FACEBOOK: facebook.com/montserratdiazimages
EMAIL: montserrat.diazmora@gmail.com
INFO MOSTRA:
“Ritratti senz’anima”
Via Carlo Alberto, 44 – Torino
Dal 4 al 29 ottobre 2018
opening: 4 ottobre ore 18.30