Meet the Artist: le macchine dell’immaginazione di Machina Imaginis

Una lunga chiacchierata con “Machina Imaginis”, vincitori del Top Talent Prize di NICE&FAIR_Con/temporary visions: tra interattività e stimoli sensoriali, il collettivo svizzero ci ha raccontato come nascono le loro “macchine dell’immaginazione”.

Machina Imaginis: qual è l’origine del vostro nome e cosa vuol dire?

Machina Imaginis” è un’espressione latina e significa macchina dellimmaginazione„. Questo è il nostro lavoro: attivare limmaginazione delle persone quando entrano in relazione con le installazioni e accenderle e azionare i pulsanti quando la esaminano.

Ogni macchina elettronica ha pulsanti, interruttori o sensori collegati a diverse funzioni. Le funzioni appartengono principalmente alle aree della luce e del suono, ma può essere utilizzata anche qualche fragranza. Di solito non sono presenti scritte e le modalità di interazione sono molto intuitive, così da permettere anche ai bambini o alle generazioni più anziane di poter entrare in contatto con essa. Non importa quali pulsanti o interruttori prema qualcuno, non c‘è niente di sbagliato, tutto è permesso. Questo aspetto è in contrasto con la maggior parte delle macchine di cui le persone sono circondate nella loro vita quotidiana.

Riproduciamo ogni macchina riciclando, convertendo o sostituendo i meccanismi interni, disponendo ad arte pulsanti e interruttori, perforando e verniciando gli alloggiamenti e dotando ogni interruttore di una nuova funzione. Il risultato e’ straordinariamente bello. A causa della dimensione interattiva e acustica, ogni macchina e’ allo stesso tempo uninstallazione, ma anche uno strumento o un giocattolo Attraverso “Machina imaginis”, lo spettatore rinuncia alla loro passività ed entra in una modalità interattiva.

Nel vostro fare Arte, avete un mezzo espressivo o una tecnica privilegiata?

Ci sono due elementi centrali nel lavoro di Machina Imaginis. Il primo è la transdisciplinarietà: le diverse modalitàsensoriali sono sempre affrontate contemporaneamente, principalmente la vista, il tatto e l’udito, a volte anche l’olfatto. È un lavoro estremamente eccitante fondere queste aree sensoriali, perché le idee e le esperienze più diverse degli artisti confluiscono insieme e rendono ogni opera unica. Il secondo elemento centrale è la componente tecnica: tutte le macchine della fantasia presentano elementi di comando in forma di lampade, pulsanti, interruttori e un alimentatore, da cui si può facilmente riconoscere la loro “relazione”. In termini di funzionamento interno tecnico, le macchine differiscono notevolmente a seconda delle funzioni cui assolvono e delle nostre idee. Questa è la grande sfida: armonizzare la tecnologia con le funzioni e l’estetica.

Blue machine (natura morta) di machina imaginis macchina con suoni, 16.5x10.5 cm, 2019 Pezzo Unico
  1. Cos’è inevitabilmente ricorrente come stile, materiale, forma, soggetto o messaggio nelle vostre opere?

    Sicuramente la richiesta di un’azione da parte dello spettatore che deve rinunciare cosi alla sua passività e interagire con la macchina. Se questa interazione evoca uno stato d’animo, un’immagine o un’associazione, allora abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori, cos’è che vi ispira maggiormente? Attualità, letture, circostanze casuali oppure ossessioni?

Dal momento che lavoriamo in forma di collettivo e ognuno proviene da background diversi (design, suono, tecnologia), le idee non mancano mai – a volte è un suono, a volte la luce di un interruttore, a volte un’idea tecnica o un vecchio macchinario abbandonato che porta alla progettazione di una nuova macchina. Ovviamente la pandemia ci ha destabilizzato, ma anche qui abbiamo avuto quell’intuizione che ha portato alla serie di macchine per la disinfezione “Felix Natalis”. La realizzazione dell’idea è la parte più laboriosa perché trovare le soluzioni tecniche più idonee o un compromesso tra le diverse modalità è la vera sfida e richiede molte discussioni, pazienza e amicizia.

Dada (Multitasking) di machina imaginis, slot machine, 42x29.7 cm, 2019, Pezzo Unico

Le vostre opere nascono con l’obiettivo di ricreare un’esperienza multimediale e interattiva, attivando così l’immaginazione nel fruitore. Com’è cambiata la vostra Arte con l’inizio della pandemia che vieta in maniera assoluta i contatti non solo tra le persone, ma anche con gli oggetti?

In effetti, durante il lockdown nella primavera del 2020, abbiamo discusso circa la possibilità di prendere una direzione diversa, perché purtroppo questo non è un buon momento per l’arte e la performance interattiva. Ma poiché questa è la nostra forma di espressione, non potevamo e non volevamo modificarla. Il concetto di protezione è stato il nuovo scenario per tutte le mostre e i musei, la disinfezione delle mani è diventata improvvisamente parte della nostra vita quotidiana. Così abbiamo avuto l’idea di reinventare le nostre macchine per la disinfezione. Abbiamo esposto la serie di macchine disinfettanti Felix Natalis” per la prima volta a Paratissima di Torino e siamo stati molto contenti di essere riusciti a partecipare. E’ stato tutto molto ben organizzato, quindi ci siamo sentiti a nostro agio a esporre. Naturalmente, ci auguriamo vivamente che la pandemia finisca prima o poi, o che per lo meno tutti sapremo come affrontarla al meglio: non vediamo l’ora di poter tornare a interagire di nuovo con le nostre macchine!

Quali sono le reazioni più comuni del pubblico di fronte ai vostri lavori?

Riceviamo sempre feedback molto positivi dalle persone che si avvicinano a noi, dicendo che è molto eccitante e che ogni pulsante o interruttore e’ una sorpresa. Molti vorrebbero avere una macchina come questa per se stessi, in modo da poter provare tutto in tranquillità. Quando abbiamo eseguito la performance “Composizione per 4 mani” sulla Machina Imaginis Rubens No.1 al buio, il pubblico è rimasto stupito di come una macchina del genere possa suonare e brillare se utilizzata come strumento. Ma per noi è particolarmente emozionante osservare le persone prima che interagiscano con le nostre macchine. Le guardiamo osservare scettiche le installazioni con una certa “paura del contatto”, quasi a domandarsi: “l’oggetto artistico può essere attaccato, non sto rompendo nulla?” Ma una volta superato questo scoglio, spesso non c’è modo di fermarsi, soprattutto con i bambini: sono davvero degli esempi da seguire!

State lavorando ora a qualche progetto in particolare?

Attualmente stiamo sviluppando nuove performances che si spera possano essere eseguite la prossima estate. Ma i nostri progetti e le nostre idee per le nuove macchine sono “top secret“ fino a quando non vengono esposti per la prima volta.

Green machine (natura morta) di machina imaginis, macchina con suoni, 66x39 cm, 2018

Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore: necessario, occasionale o superfluo?

Consideriamo molto importante la collaborazione tra artisti e curatori, perché non ci sarebbero mostre senza la collaborazione tra queste due figure. Se il rapporto tra artista e curatore è una vera partnership, coltivata con passione e rispetto reciproco, può essere molto stimolante. Lo abbiamo notato anche a Paratissima – qui l’arte è curata con passione, l’artista è preso sul serio e ci siamo sentiti molto a nostro agio, sia a Bologna che a Torino.

Siete stati i vincitori del NICE Prize a Paratissima Bologna e del Paratissima Talent Prize a Paratissima Art Station e quindi esporrete i vostri lavori nel 2021 a Torino: avete già qualche idea in mente per stupire il pubblico di Paratissima? C’è un’opera in particolare che vi piacerebbe fosse presente?

Non vogliamo ancora svelare troppo, ma sarà emozionante quando verremo a Torino con le nostre Machina Imaginis. Sarà sicuramente uno spettacolo multisensoriale con macchine piccole e grandi – e se la pandemia lo permetterà, presenteremo anche le nostre macchine con una performance. Non vediamo l’ora e vi ringraziamo ancora una volta per il premio e questa opportunità!

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