Meet the artist: quattro chiacchiere con Jérèmy Magniez

Artista visuale parigino, Jérémy Magniez fa parte della famiglia di Paratissima dal 2017.

Nei suoi straordinari disegni dialogano Natura, Umanità ed evoluzione con risultati visionari e dettagliati di mondi immaginari e incredibili.

In questa intervista, Jérémy ci ha raccontato i suoi esordi, le sue aspirazioni e i progetti futuri.

Le tue coordinate, anagrafiche e geografiche.

Mi chiamo Jérémy Magniez, sono un artista visuale e sono nato a Parigi nel 1987.

Definiresti il tuo percorso formativo lineare o atipico?

Il mio percorso è piuttosto atipico. Sono nato a Parigi, ma sono cresciuto in campagna in un piccolo villaggio a stretto contatto con la natura. L’arte mi ha attratto fin dall’infanzia e ho scelto di dedicare i miei studi all’architettura. Mi sono laureato nel 2014, ma a seguito della diagnosi di una malattia rara ed estremamente debilitante, ho dovuto rinunciare al mio incarico di assistente architetto-designer. Mi sono quindi concentrato sul disegno. Dal 2014 ho realizzato una serie di disegni a base di inchiostro indiano su carta e nel 2017 ho partecipato a Paratissima: la mostra è stata un successo e da quel momento il mio lavoro ha iniziato a destare interesse  negli appassionati d’arte.

PLanète 4 Buridan, Jérémy Magniez, disegno su carta inchiostro di china, 70x50 cm, 2015

Ogni artista si differenzia per uno stile particolare, dato da una sommatoria di fattori differenti. La tua ricerca predilige un mezzo espressivo o una tecnica in particolare? Nelle tue opere vi è qualcosa di inevitabilmente ricorrente, a livello di soggetto o messaggio? Quali sono i tratti distintivi della tua ricerca? 

I miei disegni sono prima di tutto l’espressione di un gesto, un’idea, musicale o coreografica, in cui cerco di cerco di sviluppare un impulso, per perpetuare il movimento.
Questo desiderio di spontaneità che ricorda la pittura d’azione è qui cortocircuitato da un lavoro meticoloso e ostinato, che carica riga per riga l’energia delle forme in movimento. I miei disegni parlano del vivere, della competizione tra spazi urbani e naturali; di urgenza e di speranza, tematiche legate al concetto di scelta nell’era del disastro ecologico.

Le tue fonti di ispirazione. Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori? Attualità, letture, circostanze casuali oppure ossessioni personali?

Sono ispirato dalla natura, sono particolarmente colpito dalla distruzione del pianeta da parte degli umani, l’espressione artistica del mio lavoro è un’eco delle parole degli scienziati ed estende il lavoro della consapevolezza. Ho la sensazione che l’arte cambierà il mondo.

Il primo amore non si scorda mai. Qual è l’opera o l’artista che in qualche modo ha lasciato un segno nel tuo percorso?

La geometria della composizione e i motivi ricorrenti nei miei disegni mi aiutano a capire che non si cresce impunemente all’ombra di uno dei più notevoli insiemi di statue romaniche. Le volte e le fantastiche creature del portale della chiesa di Saint-Loup-de-Naud sembrano sempre apparire in una forma o nell’altra nei miei disegni, qualunque sia l’argomento che penso di scegliere …
Ho scoperto il lavoro dell’artista H.R. Giger quando ero bambino, penso di nuovo che il potere delle immagini abbia provocato in me uno stimolo dell’immaginazione.
Ma se devo il mio successo all’influenza di un artista in particolare, è mio padre, è lui che mi ha trasmesso la sua passione fin dall’infanzia.

Biodiversité, Jérémy Magniez, disegno su carta inchiostro di china, 40 x 40 cm, 2018

Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore: lo definiresti necessario, occasionale o superfluo?

Il rapporto tra artista e curatore è essenziale per lo sviluppo dell’attività professionale di un artista, il curatore coordina gli artisti, partecipa attivamente agli scambi tra le discipline e rende possibile mettere in contatto artisti e amanti dell’arte, il che rende il suo ruolo essenziale.

Stai lavorando a qualche progetto futuro in particolare? Una mostra o una serie di opere nuove?

Attualmente sto lavorando a molti progetti, mi ritengo molto fortunato. Ho appena completato un’importante collaborazione con un vigneto di Champagne. Ho realizzato una serie di disegni per le loro etichette. Non vedo l’ora di vedere il risultato!

Se la situazione sanitaria lo consente, dovrò esporre le mie opere in Asia, al Metropolitan Art Museum di Tokyo in Giappone. Sarei felice di poter proporre il mio lavoro a culture extraeuropee. Ci sono già due mie opere nella terra del Sol Levante.

Per il 2020 sto lavorando a “Decount”, una mostra di 130 mq organizzata dal Congresso mondiale sulla natura dell’IUCN CONGRESS! Quest’anno ho avuto l’onore di essere stato selezionato dal FRAC di Marsiglia e dal centro d’arte Fernand Léger per presentare la mia ricerca sul tema della Natura.

Planète Deg, Jérémy Magniez, disegno su carta inchiostro di china, 30x30 cm, 2019

Se un giovane ti chiedesse un consiglio su cosa è indispensabile per un artista agli esordi? 

L’arte è speciale, non esiste un percorso tipico da seguire. Consiglio spesso di non lasciarsi andare, le cose più importanti sono lavorare duro e non mollare.
Molti amici mi avevano detto in passato di lasciar perdere, ma oggi penso spesso a loro e li ringrazio.

La prima opera d’arte venduta segna una svolta, attesta il passaggio da un livello di produzione privato e personale a una dimensione professionale.  Che ricordi hai in merito? A parte la mera transazione economica, tra artista e collezionista normalmente si crea un rapporto elettivo di scambio reciproco?

Sì, le prime vendite sono straordinarie, ma è difficile, non bisogna arrendersi! È difficile vendere arte, è un mercato economico a cui non siamo abituati.
Il valore che attribuisci al tuo lavoro e la relazione che vuoi avere con questo e con gli amanti dell’arte è ciò da cui tutto ha inizio.
È molto importante! Si deve avere un bell’aspetto, come si dice in italiano 🙂
Non bisogna stabilire prezzi troppo alti, ma allo stesso tempo non si deve più svalutare il lavoro.
I miei disegni di grande formato rappresentano 3-4 mesi di lavoro, quindi devo ipotizzare un prezzo considerevole. È un lavoro difficile, bisogna essere pazienti. Quest’anno due opere originali si uniscono a una grande collezione privata a Parigi la Défense, un progetto per il quale di cui non vedo l’ora di parlare.

Tre hashtag indispensabili per definire la tua poetica e a cui non potresti mai rinunciare…

#arte #natura #umano

Transition, Jérèmy Magniez, Disegno a matita, 40x40 cm, 2019

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