Cosa succede se, armi alla pari, giovani artisti hanno modo di collaborare e confrontarsi con giovani curatori?
“Liquid Reality – Nuovi immaginari nell’era dell’Antropocene” a cura di Eleni Kosmidou, Benedetta Nassini e Jennifer Regalia
“Sanatorium” a cura di Maria Carmela D’Angelo e Sara Maietta
“Para//el” a cura di Caterina Bocchi, Nadine Bajek e Vanessa Caraglio
“Family Portrait” a cura di Elisa Angelini, Beatrice Timillero e Margherita Verzocchi
“Music for airports – Armonie per un tempo sospeso” a cura di Chiara Badde, Erica Massaccesi, Lara Spagnolli
Cliccandolo sui titoli si può approfondire la tematica affrontata da ogni progetto espositivo:
LIQUID REALITY
SANATORIUM
PARA//EL
FAMILY PORTRAIT
MY BODY IS (NOT) A CAGE
MUSIC FOR AIRPORTS
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Progetto Speciale
ABISSI a cura di Simonetta Pavanello
Gianni Depaoli e Marco Fiaschi riflettono sul concetto di trascendenza e sacralità, materia e spirito, servendosi di componenti organici riciclati e superfici nere specchianti, caratteri alfanumerici e schiuse di ovature, simboli che rimandano a un mondo virtuale a uno anche troppo realistico, obbligando lo spettatore a porsi il dubbio di come preservare in futuro la natura, l’uomo e il suo spirito.
CONCEPT MOSTRA
Ogni culto crea seguaci.
Segni, simboli e caratteri alfanumerici sollecitano riflessioni tra immanenza e trascendenza, tra materialità e spiritualità.
Marco Fiaschi elabora una personale e contemporanea interpretazione dell’icona votiva, passaggio mistico verso l’ultraterreno.
Ogni vuoto riflettente pone in dialogo un mondo concreto ed effimero con un altro virtuale e senza tempo, al quale vincolanti password consentono l’accesso. In modo provocatorio, l’artista invita l’osservatore a superare l’automatico e narcisistico atto dello specchiamento, concedendosi un incondizionato raccoglimento introspettivo.
In relazione all’emblema sopra evidenziato, il lavoro di ricerca di Gianni Depaoli, da anni impegnato nella denuncia del degrado ambientale marino, si erge a difesa di un mondo sommerso col quale non dialoghiamo più.
Le bianche vertebre di uno Xiphias Gladius trasfigurano nella sacralità di un’Ultima Cena, simbolizzando il sacrificio di un ecosistema tradito.
Valori nutrizionali e valori spirituali celebrano ambiguamente la vuota sagoma di una Soleidae, muta icona testimone dell’inutile eccesso.
E mentre un esiziale magma nero avanza, ovature marine preludono a una natura caparbia che prescinde dall’umano agire.