Paratissima collabora con il progetto triennale “NUR – New Urban Resources“, siglato dalla Città di Torino e la Municipalità di Betlemme e finalizzato a promuovere la diffusione di energia rinnovabile nel territorio di Betlemme attraverso l’installazione di pannelli solari, l’assistenza tecnica relativa all’efficienza energetica, la formazione professionale, la costituzione di start up, iniziative di sensibilizzazione e processi di governance locale.
Paratissima ospiterà i tre finalisti di “Let it light!” , il concorso artistico riservato ad artisti palestinesi indetto a marzo 2019, durante il prossimo appuntamento di novembre all’Ex Accademia Artiglieria.
Il progetto NUR – New Urban Resources
Nel 2015 la Città di Torino e la Municipalità di Betlemme (situata nei Territori Palestinesi e, più precisamente, in Cisgiordania) hanno siglato un Accordo di Cooperazione che inizialmente si è concretizzato in un progetto sulla gestione delle risorse idriche nel distretto di Betlemme e, successivamente, in un piano di riqualificazione del Mercato all’ingrosso locale. Entrambe le iniziative sono state cofinanziate dal MAECI (Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale) attraverso il PMSP (Palestinian Municipalities Support Program).
Nel febbraio 2018 ha preso l’avvio il progetto triennale ‘NUR – New Urban Resources. Energia rinnovabile per Betlemme’ (‘nur’ o ‘noor in lingua araba significa ‘luce’) finalizzato a promuovere la diffusione di energia rinnovabile nel territorio della Municipalità di Betlemme – composta da 30mila abitanti – attraverso l’installazione di pannelli solari, l’assistenza tecnica relativa all’efficienza energetica, la formazione professionale, la costituzione di startup, iniziative di sensibilizzazione e processi di governance locale. Gli interventi, che si concluderanno nel gennaio 2021, sono invece cofinanziati dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e gestiti dall’ufficio Cooperazione internazionale e Pace della Città di Torino.
Il ‘NUR’ beneficia di un partenariato ampio e composito caratterizzato dalla presenza di due enti locali (Torino e Betlemme), di una rete di Città (il Co.Co.Pa – Coordinamento Comuni per la Pace), di due atenei (Politecnico di Torino e Bethlehem University), di due enti di formazione professionale (Enaip Piemonte e Scuole Tecniche Salesiane di Betlemme), di una ONG (il VIS – Volontariato Internazionale Salesiano, che opera a Betlemme da un ventennio), della neonata Fondazione Links e di un’azienda privata (lo studio Ai Engineering Srl) oltre al supporto scientifico dell’Energy Center di Torino. Suo obiettivo è generare una visione complessiva di sostenibilità ambientale a Betlemme animata sia dagli impulsi delle autorità locali, sia dall’apporto degli attori territoriali.
Il progetto ha un valore complessivo di quasi 1milione e 900mila euro di cui 1milione e 500mila finanziati dall’AICS, 65mila dati in contanti dal VIS e il rimanente coperto dalla fornitura di lavoro e servizi da parte dei 10 partner.
Ad aprile 2018, con la firma dell’Accordo di Partnership del progetto NUR siglata nel capoluogo piemontese dai sindaci Chiara Appendino e Anton Salman, il primo cittadino di Betlemme – centro che nel 2020 sarà ‘Capitale della cultura araba’ – ha espresso la volontà di realizzare un ‘gemellaggio culturale’ con la Città di Torino.
Il concorso “Let it light!”
La prima collaborazione in ambito creativo tra Torino e Betlemme è stata ‘Let it light!’ (E luce sia!) un concorso di arti visive dedicato a giovani artisti palestinesi, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, per richiamare l’attenzione sugli aspetti sostenibili del progetto ‘NUR – New Urban Resources. Energia rinnovabile per Betlemme’, lanciato nella città della Cisgiordania a marzo 2019.
La Municipalità di Betlemme ha individuato nel Museo di Banksy ‘Walled Off Hotel Gallery’ – collocato a pochi metri dal muro fatto costruire da Israele per separare la città palestinese dai territori di Gerusalemme Est – il partner artistico ideale del concorso.
Il ‘Walled Off Hotel Gallery’ è stato aperto a sorpresa due anni fa da Banksy – probabilmente il più famoso, provocatorio e talentuoso street artist del mondo – e, pur avendo come payoff The worst view in the world (‘la peggiore vista al mondo’) a causa del suo affaccio sul muro – la struttura sorge infatti a soli quattro metri dalla barriera di Betlemme eretta da Israele per segnare la divisione con i territori palestinesi -, le opere di Banksy, insieme a quelle di altri famosi street artists, hanno trasformato la parete antistante in una delle gallerie artistiche open air più famose del mondo.
La struttura ospita sia un museo che ripercorre la storia e gli effetti del muro di separazione, sia una galleria d’arte dove vengono allestite mostre temporanee di artisti palestinesi gestita, sotto la direzione artistica di Banksy, dal responsabile dell’hotel, Wissam Salsa.
La Città di Torino, con il concreto apporto dell’Ufficio Torino Creativa, ha elaborato il bando del concorso. A rispondere sono stati 63 artisti che hanno presentato altrettanti bozzetti creati con tecniche diverse: dalla pittura alla scultura, alla fotografia. Una giuria composta da 7 artisti e critici d’arte palestinesi, collaboratori della Walled Off Hotel Gallery di Betlemme ne ha selezionate 21 che sono state esposte per un mese all’interno della Gallery e viste da 4mila visitatori invitati a votarle. Cinque di queste sono state vendute con prezzi variabili da 700 a 1.500 dollari.
Per selezionare i vincitori del contest il pubblico ha espresso 1.017 voti ‘pesando’ per un terzo sul risultato finale. Gli altri due terzi sono stati determinati da una giuria di qualità a cui ha partecipato anche un’esperta di arte contemporanea scelta e messa a disposizione dalle politiche culturali della Città di Torino. Si tratta di Francesca Canfora, direttore artistico di Paratissima – una delle più rilevanti manifestazioni promosse a Torino durante la settimana dell’Arte contemporanea – chiamata a far parte della commissione dall’amministrazione con l’intento finale di poter ospitare i lavori dei primi tre classificati nella rassegna di quest’anno. I tre artisti palestinesi, grazie ai fondi messi a disposizione dal Progetto NUR e alla collaborazione della Rete di Comuni Co.Co.Pa., riceveranno un premio in denaro (rispettivamente di 500, 300 e 200 euro) e avranno la possibilità di essere presenti a Torino nei giorni della Fiera d’arte contemporanea (30 ottobre – 3 novembre) dove, oltre a promuovere le proprie opere, incontreranno altri artisti e galleristi e animeranno laboratori per famiglie. Il trasporto dei dipinti sarà finanziato dalla Walled Off Hotel Gallery, mentre il Co.Co.Pa. (partner che ha gestito questa azione del progetto) insieme alla Città di Torino (con l’Ufficio Cooperazione Internazionale e Pace, l’Ufficio Torino Creativa e il Servizio Arti visive, Cinema e Teatro) garantirà (utilizzando i fondi del progetto NUR) le spese di viaggio, di vitto e di alloggio per i tre artisti.
I finalisti del concorso
1° CLASSIFICATO, Ahmed Yasin
‘IT WILL LIGHT’, olio su tela, 80×90 cm
Si vedono alcune foglie di cactus su un vecchio termosifone di marca israeliana, dove le foglie rappresentano la pazienza e la resistenza dei palestinesi e i loro continui tentativi per trovare nuove fonti di energia rinnovabile, sfidando così l’egemonia e il monopolio israeliano sulle fonti energetiche di qualsiasi tipo. Il cactus è stato usato di recente come fonte di energia rinnovabile in alcuni zone aride del mondo”.
(da grandi biomasse di Opuntia Ficus Indica si possono infatti ottenere bioetanolo, biodiesel e biometano)
2° CLASSIFICATA, Nour Jabareen
‘A MAN’S LEFT OVER IT’S A TREASURE FOR ANOTHER MAN’, olio su tela, 81×111 cm
“L’idea ha origine da alcuni rifiuti e avanzi che sono stati trascurati e abbandonati perché considerati roba vecchia. Per l’artista invece essi sono un prezioso tesoro e rappresentano la nostra identità, il nostro passato, e al loro interno si ritrova una speciale bellezza.”
3° CLASSIFICATO, Yazan Abusalamah
‘THE CYCLE’, inchiostro su carta, 65×50 cm
“Il dipinto parla di differenti elementi di energia rinnovabile e dei suoi vari collegamenti. Il tornello o cancello girevole: è uno strumento utilizzato per motivi di sicurezza dalle forze di occupazione. Potrebbe essere usato in modo diverso per gestire l’energia palestinese; con la sua rotazione continua e permanente è un buon metodo. I palestinesi che escono passano accanto a quelli che entrano generando energia rinnovabile ed acqua. La terra e l’olivo: sono una risorsa energetica immateriale con la loro rinnovabilità, e sono inoltre legati all’identità e alla storia di questa terra, essendoci grande connessione tra entrambi. Il pendolo: viene mosso da energia dinamica grazie a un contatore che genera energia rotante. L’essere umano, in ginocchio, osserva l’energia non rinnovabile (il Motore), che lo ha reso schiavo dell’energia e del sistema capitalista che questa energia vuole. L’aquilone; è un ricordo dell’infanzia, un gioco semplice che utilizza il vento per raggiungere un obiettivo o l’infinito. Le energie si trovano ovunque, le vedo come linee verticali, orizzontali e circolari legate al luogo, si riflettono sull’uomo e hanno forme diverse. Non sono soltanto acqua, vento o luce ma presentano connessioni tra le loro forme diverse per restituirci speranza, amore, vita e sviluppo. Il nostro ruolo è farle girare per illuminare.
4° CLASSIFICATO (opera non vincitrice, selezionata con menzione speciale), Salah Froukh
‘FEELING THE LIGHT’, olio su tela, 70×100 cm
“Sono le mani del sole che tengono le mani degli umani, un legame tra gli atomi nella galassia e gli atomi in terra. Oltre al ruolo fondamentale che il sole ha nel sistema solare, la sua luce, il calore e l’energia sono essenziali per la nostra sopravvivenza. Senza di essa la nostra terra sarebbe senza vita e al buio. Oggigiorno ci affidiamo al sole più di quanto immaginiamo, è vitale per la crescita economica e la continuazione della nostra civiltà. che dipende dal potere della luce solare in tutti i settori della vita.”