“CIRCLE WAVES”
Per capire, e soprattutto sentire, le opere di Ilaria Franza, abbiamo la necessità di fare un esercizio di contemplazione. Abbiamo bisogno di trovare una dimensione dell’osservare, una prospettiva. Le opere di Ilaria Franza sembrano aprirci lo sguardo verso percorsi sommersi, luoghi inesplorati. Ci chiedono di essere guardate con attenzione. Da osservatore c’è qualcosa che ci attrae, ci costringe a scrutare, che spinge il nostro sguardo oltre il visibile. L’artista non fa altro, in realtà, che metterci davanti al più eterno dei soggetti: il paesaggio. UN.limited è il titolo di tutti questi lavori. UN.limited, come l’infinito che supera lo sguardo, che diventa orizzonte, paesaggio interiore, natura pura. Infinito come qualcosa che si modifica senza sosta in un ciclo continuo, fatto di gesti concentrici che ripetendosi, trasformano.
Osserva la natura e il paesaggio con il cuore e lo sguardo dei romantici. Si accorge, anche lei, di quel tumulto profondo, quel misto di sensazioni fisiche e emotive, nate dalle cose che non si possono vedere, date da quello che si può solo sentire. Questi paesaggi ci permettono quindi di guardare oltre l’orizzonte e oltre il paesaggio stesso. Diventano luoghi dell’anima, vedute oniriche che si mischiano e fondono l’uno nell’altra; anima e sogno, come acquerello e acqua.
E così i paesaggi reali diventano astratti ed emergendo dall’acqua rendono visibile l’invisibile. L’acqua è al centro di questo lavoro, ne è cardine. Non a caso l’artista fa dei colori liquidi il suo linguaggio privilegiato e dell’acqua il suo gesto iniziale. Perché è di questo che è fatto il lavoro di Ilaria Franza. Un lavoro paziente che affiora dalle acque, per fondersi con il colore. L’acqua e il colore vengono fatti scorrere, mossi, incanalati.
Osserva il confine tra cielo e terra, si collega con la sua dimensione inconscia, fatta di pensieri dimenticati, di silenzio. E da qui lascia gocciolare il colore, a volte con gesti aggressivi, a volte con gesti calmi e riflessivi. Poi il colore viene scosso, spostato, fatto slittare. Fa suo qualunque strumento: stracci, pennelli, spatole, contagocce. Agisce come un’acrobata, in lotta continua con la forza di gravità, in equilibrio precario tra il potere degli elementi e la necessità di controllarli. L’opera di Ilaria Franza è un divenire, come acqua che passa e che tramuta. Come quell’acqua che ha il potere di dissetarci o di annegarci, di distruggere o di appagare la terra.
Nell’asciugarsi, i suoi quadri, rivelano forme nuove, prima nascoste. Lei non li perde di vista, ma li rinnova, li ottimizza, li corregge, delimita gli argini. E per farlo rimescola il colore e poi lo sposta, lo bagna.
Anche i colori, quindi subiscono un mutamento, come a volerci far presente che tutto è in trasformazione: l’acqua, il paesaggio, il colore, noi. E la trasformazione continua anche quando osserviamo le opere finite, poiché dopo ogni singola osservazione, si presentano a noi con elementi sempre nuovi. Il cambiamento è presente in tutto il percorso artistico di Ilaria Franza, dai primi lavori su carta, fino agli “UN.limited”.
E oggi è come se avesse trovato la sua dimensione ideale, il suo percorso. Lei stessa si sente un essere in continua evoluzione, che è cambiato, ha imparato e per questo cresce, prendendosi cura del suo lavoro, diventandone lei stessa parte fisica integrante. Ha cercato di farsi medium della natura, con delicata poesia.