Intervista a Send me your location

Intervista a Noemi De Simone e Chiara Lorenzetti, Best N.I.C.E. Curators 2024

Tra i 15 curatori di NICE & Fair – Contemporary Visions, Noemi De Simone e Chiara Lorenzetti sono state premiate per il miglior progetto curatoriale: “Send me your location“.

Questo riconoscimento va al miglior progetto curatoriale presentato nell’edizione 2024 di NICE.
Le curatrici che hanno realizzato il progetto vincente avranno l’occasione di curare le due mostre personali dei vincitori del BEST NICE ARTIST 2024 e del BEST EMERGING ARTIST 2024.

Abbiamo intervistato Noemi De Simone e Chiara Lorenzetti, curatrici della mostra vincitrice, per approfondire la loro esperienza formativa al corso N.I.C.E. e la curatela in NICE & Fair / Contemporary Visions.

Da dove è nata l’idea di “ Send me your location”? Cosa volevate esprimere?

Non appena cominciato il corso, ci è stata chiesta come esercitazione la scrittura di un concept di mostra ed entrambe avevamo immaginato dei percorsi espositivi che avessero al centro i temi dello spazio, dell’abitare, dell’esplorazione e del rapporto del sé con l’ambiente circostante. Abbiamo incanalato dunque i nostri interessi in un progetto che si focalizzasse soprattutto sul concetto di misurazione dello spazio, della sua arbitrarietà e della possibilità di creare geografie personali che tenessero conto delle infinite sfaccettature di un luogo.

Siamo partite dall’osservazione di quanto i modi di rappresentare lo spazio siano sempre parziali e rigidi: come Google Maps che disegna gli itinerari migliori usando solo il criterio del minor tempo di percorrenza o le carte geografiche che non riportano l’esperienza personale dei luoghi ma solo la loro descrizione morfologica o politica. Così è cominciata la nostra ricerca di raffigurazioni nuove, soggettive e libere

In base a cosa avete selezionato gli artisti?

In prima battuta il criterio di selezione è stato quello di individuare artisti emergenti e giovani che avessero già creato delle opere quanto più inerenti al tema. Abbiamo poi privilegiato quelli che ci convincevano anche per il loro intero percorso di ricerca, sorprendendoci del numero di artisti (soprattutto donne) così in linea con il tema da noi scelto. In ultima analisi, abbiamo cercato di dar voce, per quanto possibile, a una pluralità di media che ci permettesse di evidenziare con quanti metodi, tecniche e punti di vista sia possibile esplorare lo spazio e raccontarlo.

Cosa ha significato per voi vedere la realizzazione concreta della vostra mostra?

È stato sicuramente emozionante vedere questo progetto prendere vita e diventare tridimensionale, tangibile. Ed è stato anche interessante vedere come alcuni accostamenti tra opere dessero ulteriori spunti estetici e concettuali rispetto a quelli già da noi previsti e immaginati. Grazie alle preziose visioni degli artisti e la presenza del pubblico, la mostra ha preso vita e ha svelato aspetti di sé sempre nuovi, arricchendola.

Cosa vi è rimasto di questa esperienza? Di questi mesi, delle persone che avete incontrato e della mostra realizzata?

Attorno allo “spazio-mostra”, abbiamo conosciuto il talento, la generosità, lo spirito collaborativo e critico di colleghi e artisti. Abbiamo avuto modo di confrontarci con professionisti e appassionati con i quali abbiamo scambiato idee e con i quali ci siamo supportati durante tutto il percorso. Il nostro progetto curatoriale è stato di per sé il catalizzatore più importante, perché ci ha dato primariamente la possibilità di lavorare spalla a spalla trovandoci in grande sintonia sia a livello professionale che personale, pur non conoscendoci prima del corso, e di venirci incontro mano mano che il progetto prendeva forma. Inoltre, la mostra ci ha dato la possibilità di gettare uno sguardo al di là del corso stesso, capire gli attori presenti sulla scena torinese e non solo.

Consigliate il corso N.I.C.E.? Se sì, perché?

Durante il percorso svolto, di quasi un anno, abbiamo affrontato tante sfide. Alcune stimolanti e propedeutiche all’apprendimento di una professione, altre evitabili.

Ad essere sincere non abbiamo trovato propriamente un “master” professionalizzante, piuttosto un corso, ideale per chi si trova alle prime armi e cerca strumenti di orientamento intorno alla figura di curatore/curatrice. Non abbiamo trovato un approccio “curatoriale”, quanto invece la possibilità di vedere uno spaccato di quelli che sono gli eventi fieristici legati all’arte contemporanea, con la loro logica naturale che oscilla tra il commerciale e il culturale. Al netto di tutto? Ci siamo divertite.

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