Show don't tell
Se la parola cela, il corpo rivela
a cura di Daniele Manzionna, Elena Sillitti
L’essere umano è un’entità sociale e, come tale, comunica mediante l’uso del linguaggio verbale e non. Quante possono essere le informazioni che in ogni istante vengono silenziosamente trasmesse all’eventuale interlocutore? La comunicazione interpersonale si avvale di molteplici modalità di espressione, anche molto diverse tra loro. Le parole ordinano e razionalizzano, invece postura, movimenti, gesti e sguardi, in modo sottile e istintivo, lasciano tacitamente filtrare pensieri, umori e sensazioni. Il corpo è, infatti, un potentissimo mezzo di rivelazione personale, manifestando non solo stati d’animo, ma anche molteplici significati culturali e sociali. Intrinsecamente coinvolto in una trama di relazioni, la figura umana diventa un crocevia di esperienze, un luogo d’incontro tra realtà personale e sfera collettiva, e il suo modo di esprimersi è l’estrinsecazione più immediata e diretta di una natura profondamente comunicativa.
Lo psicologo Paul Watzlawick lo sintetizza efficacemente: “Non si può non comunicare, in quanto non è possibile non avere un comportamento.” ¹
Dal punto di vista psicologico e antropologico, il comportamento rappresenta il complesso degli atteggiamenti che l’individuo assume in reazione a stimoli esterni o bisogni interni. L’uomo non vive passivamente lo spazio circostante, ma lo interpreta, modifica e attribuisce concetti, interagendo con ciò che lo delimita, trasformando il suo mondo in un pre-testo², un catalizzatore per la creazione di senso. Se la percezione svolge un ruolo cruciale nell'influenzare il rapporto tra individuo e milieu, permettendo di cogliere situazioni e allusioni ambientali tramite la capacità di sentire e vivere in modo intuitivo e globale, il linguaggio fornisce gli strumenti per analizzare, riflettere e comunicare quell’esperienza in modi che vanno oltre l’immediato. E quando si parla di trasmissione, non ci si riferisce esclusivamente a quella vocale.
Paul Ekman, psicologo pioniere nello studio delle espressioni, volontarie e non, del corpo, ha dimostrato come l’interazione non orale dei sentimenti sia identica in tutte le popolazioni osservate, evidenziando come sia connaturata nel patrimonio genetico dell’Umanità. Anche se può essere rappresentata da accezioni convenzionali, essa si manifesta al di là del contesto e della mediazione culturale. L’esperienza dell’Uomo in relazione al prossimo si compie dunque al di là della parola attraverso le più varie forme di comunicazione ed è proprio la corporeità il luogo dove emozioni, simboli e significati si intrecciano in un palcoscenico unico e senza confini in una sorta di codice universale.
¹ Paul Watzlawick, J.H Beavin, D.D Jackson, “Paradigma della comunicazione umana; Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi”, trad. a cura di M. Ferretti, 1971.
² Giovanni Azzaroni, “SUL CORPO; Antropologia del movimento”, ed. Biblioteca Clueb, Bologna,2020, p.16.