©Riccardo Piccioni

Il Talent Prize 2018 Ilaria Gasparroni si racconta a Paratissima

Il suo tweet per il mondo sarebbe “Sottrarre il peso alla materia e mostrarla con delicatezza”: Ilaria Gasparroni, vincitrice del Paratissima Talent Prize della quattordicesima edizione di Paratissima, ci racconta la sua storia d’amore con il marmo, come è nata e come l’arte classica per lei sia sempre stata un punti di riferimento.

Ritroveremo Ilaria a Paratissima 2019 all”Ex Accademia Artiglieria con una sua mostra personale.

 

Le tue coordinate anagrafiche e geografiche.

Sono nata a sant’Omero (TE) nel 1989. Vivo e lavoro ad Alba Adriatica (TE) dove ho un laboratorio/studio di scultura.

Quale tipo di percorso formativo hai seguito, lineare o atipico?

 Il mio percorso formativo lo definirei più o meno lineare!

All’inizio ho avuto una formazione scientifica che mi ha permesso di appassionarmi sempre di più alle materie letterarie ma anche in quel periodo ho continuato a coltivare la mia passione per l’arte con corsi di pittura. Poi ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Urbino; ricordo il giorno dell’iscrizione: avevo tra le mani il foglio, dove dovevo decidere a quale corso iscrivermi e istintivamente segnai una X su scultura e così è iniziata questa bella avventura! Qui nasce veramente il mio percorso artistico e ho incontrato persone diverse con cui confrontarmi, lavorare e crescere fino a trovare la mia personale poetica. Ricordo come se fosse oggi la prima volta che un mio caro professore mi mise tra le mani un blocchetto di marmo… direi che è stato amore a prima vista!

 Chi troppo vuole... , 2018 ©Riccardo Piccioni
Chi troppo vuole… , 2018
©Riccardo Piccioni

Hai un mezzo espressivo o una tecnica privilegiata?

Il marmo, è una materia fragile e delicata, un po’ come Noi!

La mia tecnica? Ho avuto una formazione tradizionale ed ho studiato e continuo a studiare molto il corpo umano e le forme della natura. In più il disegno è per me un mezzo d’uso privato che mi permette di realizzare e progettare tutto il lavoro artistico ed è fondamentale per la realizzazione di una scultura. Non lo vedo come un’opera compiuta nel mio lavoro, piuttosto è un veicolo d’idea che sottostà alla genesi dell’opera quasi come una memoria grafica della forma.

Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori, cosa è che ti ispira maggiormente? Attualità, letture, circostanze casuali oppure ossessioni?

La letteratura, la filosofia, la natura e la geometria, ma soprattutto l’Uomo. Per me sono motivi di particolare attenzione dai quali riesco poi a cogliere quelle sfumature, quei particolari e anche alcuni lati del nostro vivere quotidiano che spesso non si riescono a osservare con attenzione.

Sulle spine, 2018 ©Riccardo Piccioni
Sulle spine, 2018
©Riccardo Piccioni

 Nel tuo fare arte cosa è inevitabilmente ricorrente come stile, materiale, forma, soggetto o messaggio.

 Sono una lettrice molto attenta di testi di filosofia e di narrativa, è da questi che derivano maggiormente i concetti che poi realizzo nella pratica con figure in marmo. Prediligo rappresentare il corpo umano e prendo in riferimento spesso l’arte greca dato che sono particolarmente attratta dall’armonia dei lineamenti, dall’essenzialità nella tecnica, dalle emozioni che suscitano.

Penso che chi osserva una mia opera possa cogliere la mia attenzione al particolare e allo studio anatomico ed il marmo è un materiale fondamentale nel mio lavoro perché riesce a restituire la sensazione di corposità e cmi permette di esprimere al meglio quello che sento.

 I tuoi punti di riferimento artistico.

Ho sempre ammirato l’arte del passato ed i maestri che ne hanno fatto parte perché mi hanno emozionato e mi hanno fatto capire che i soggetti dell’opera d’arte si trovano davanti a noi, ma solo l’artista li fissa nella sua opera. Osservando l’arte classica, in particolare la civiltà Greca con la sua raffigurazione dell’ideale eterno di bellezza (basti pensare a Fidia), ho capito che la vera bellezza in scultura sta nel senso di profondità; anche “l’angoscia violenta” di Michelangelo Buonarroti mi accompagna sempre nella realizzazione di un lavoro e Adolfo Wildt mi ha insegnato ad amare il marmo. E in ultimo la sensualità e l’illusione della carne raggiungibile nel marmo nelle opere di Auguste Rodin mi hanno dimostrato come l’opera plastica poteva invece esaltare la vita palpitante.

Anima sensibile, 2018 ©Riccardo Piccioni
Anima sensibile, 2018
©Riccardo Piccioni

Twitta il messaggio fondamentale sotteso al tuo lavoro, ovvero hai 140 caratteri a tua disposizione.

Sottrarre il peso alla materia e mostrarla con delicatezza.

 Stai lavorando ora a qualche progetto in particolare?

 Questo per me è un periodo molto intenso di lavoro e ricco di progetti.

Sto lavorando ad una serie di sculture che potrei definirle come “Poesie in marmo” che traggono spunto dalla raccolta di poesie “I fiori del male” di Charles Baudelaire e ne ho selezionate alcune.

In più sto realizzando nuovi lavori per una mostra a novembre…

Cosa è indispensabile per un artista agli esordi?

Ho sempre pensato che essere artisti è un privilegio, ma anche una maledizione.

Si può accettare o rifiutare questo dono ma se in te convivono una spiccata sensibilità e una esigenza interiore non puoi non dar loro voce. Quindi si deve essere tanto determinati e appassionati, ma restare soprattutto umili e onesti anche verso se stessi. Bisogna ricordare sempre che la propria arte non sta nella quantità di gente che possa apprezzare la propria opera, ma nel fatto che il tuo cuore apprezzi la tua opera così come la tua anima. 

L'altro, 2017 ©Riccardo Piccioni
L’altro, 2017
©Riccardo Piccioni

Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore: necessario, occasionale o superfluo?

Lo definirei necessario ma anche occasionale!

I contesti in cui si instaurano questi rapporti sono molto importanti perché costituiscono un’oppportunità di crescita e spesso confrontarsi con un curatore che vede determinate cose diversamente da quelle dell’artista è molto utile.

Sei stato il vincitore del Talent Prize istituito in occasione di Paratissima Torino 2018 su oltre 350 partecipanti. Quali possibilità ti ha aperto questo riconoscimento?

Direi che per me è stata una grande soddisfazione e un riconoscimento importante che mi ha permesso di far conoscere maggiormente il mio lavoro e mi darà anche la possibilità di esporre in una mostra personale a Torino durante l’edizione di Paratissima 2019 e certamente porterà ad avere altre possibilità per nuovi incontri e conoscenze.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Direi che ne ho molti e sono anche molto caparbia nel realizzarli, ma credo che bisogna rispettare i giusti tempi, perché le cose che tanto desideri arrivano, basta crederci e lavorare molto. In più spero sempre che chi osserva una mia opera si possa emozionare… questo per me è la cosa più importante.


Contatti:

Le foto sono di Riccardo Piccioni 

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