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Venere VS Medusa
Liberə di essere diversə
a cura di Agnese Ventura e Iryna Yerofeyeva
Venere e Medusa sono due figure contrastanti: la prima è ammirata da tutti, mentre lo sguardo di Medusa è temuto e mai ricambiato.
Venere, dea della bellezza e dell’amore, che per secoli ha rappresentato l’ideale iconico di perfezione, sensualità e grazia, ancora oggi è un modello universale di bellezza femminile. Questo ideale, però, alimenta un sistema fatto di pregiudizi e preconcetti, che porta le persone a non accettare se stessi e a perdere la propria identità a favore dell’incessante ricerca di una perfezione illusoria. Tra i rigidi confini degli stereotipi, la diversità acquisisce un significato negativo e l’unicità viene sostituita con il concetto di omologazione.
Dall’altra parte c’è Medusa, un essere mitologico per metà donna mortale e per metà mostro, con serpenti aggrovigliati al posto dei capelli e uno sguardo che pietrifica. A causa del suo aspetto fisico Medusa è stata condannata a trascorrere la propria vita da emarginata in solitudine. Questa creatura incompresa e vittima di pregiudizio, nel corso del tempo, è diventata metafora della paura dell’uomo per tutto ciò che è diverso.
La diversità, invece, è un valore inestimabile, che ogni individuo ha con sé fin dalla nascita e che paradossalmente rende tutti uguali, proprio perché tutti unici e imperfetti.
Medusa, così come Venere, si ripresenta oggi: non più come una creatura minacciosa, né come controparte della sua più fortunata compagna, ma come potente simbolo del trionfo dell’imperfezione e della libertà di essere diversi. Guerrigliera, che si oppone senza timore a ogni forma di stereotipo, pregiudizio e falsi miti di perfezione, Medusa rivendica il diritto di essere unica, di essere imperfetta così com’ è.
L’aspetto fisico non è più un limite: il corpo diventa la traccia visibile delle scelte e delle storie personali, uno strumento prezioso con cui manifestare l’identità individuale e affermare la propria presenza nel mondo.
È necessario non tollerare, ma abbracciare ogni imperfezione per creare una società più vera e inclusiva, in cui tutti sono liberi di essere se stessi senza paura.
Guardare negli occhi Medusa è il primo atto di ribellione contro lo stereotipo imposto da Venere: siamo ora finalmente pronti a ricambiarne lo sguardo?
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I curatori
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