Impermanenza
Camilla Delsignore
Nice&Fair / Contemporary Visions Prize
La stessa condizione di presenza e assenza è quella che si ritrova nell’opera di Camilla Delsignore che, con il suo continuo mutare nel tempo, costituisce un viaggio altalenante e in continua evoluzione. Questa narrazione riflette sul percorso della vita stessa, con i suoi inizi, sviluppi e conclusioni, come un racconto intrinsecamente legato alla natura ciclica dell’esistenza umana.
La paraffina è un veicolo capace di cambiare forma e aspetto; in essa sono immerse delle radici, che riconducono visivamente a un’immagine anatomica, come vene e capillari visibili tra i sottili strati di pelle.
Una maglia in cera che assume quindi una valenza simbolica capace di evocare il concetto di assenza: questa infatti appare come una pelle vuota, un corpo morto privo di vita simile alla muta degli insetti o dei serpenti, parte di una vita che ha terminato il suo corso ed è pronta a ricominciare.
I calzini appesi rievocano la pelle di un momento passato, in un cambiamento imminente, sospesi tra le dimensioni temporali. Una muta in cenere che ricorda un’esistenza che ha smesso di esistere.
L’aspetto ciclico della cenere compattata nelle fattezze di un indumento indossato ed utilizzato, viene poi appeso e trapassato da un ferro che lo forza nella sua posizione. La cenere è un simbolo di trasformazione, di un cambiamento in atto, il passaggio da uno stato ad un altro.
Delle calze appese in bilico come in sospensione, delle pelli in potenza tra il passato ed il presente in una dimensione che si estranea dal tempo.
L'artista
2000, vive e lavora a Torino.