Collateral Beauty
a cura di Maria Rosaria Cavaliere, Federica D’Avanzo e Erika Gravante
L’oscuro lavoro del tempo, che provoca distruzione, costruzione e rinascita, non avrà mai fine.
Oggetti, luoghi, persone inevitabilmente si alterano e mutano, mentre lo scorrere dell’istante pervade e cambia ogni cosa, spesso generando “rovine”.
Eppure, in qualche modo, tutto sopravvive e resuscita, grazie alla forza evocativa di quei resti che parlano di persistenza e resilienza.
Una bellezza altra affiora infatti attraverso il deperimento e l’usura, riesumando in modo discreto e sommesso storie antiche e vite trascorse.
Frammenti, spoglie e ruderi, nella loro imperfezione, attivano processi di riflessione e ricostruzione della memoria rendendo immortale il passato.
Coltivare la sensibilità e l’attenzione nel vedere oltre la labilità delle cose è indispensabile, ma non solo per tramandare, restituire vita e dignità a ciò che subisce il logorio del tempo, ma per comprendere il presente con lo sguardo già rivolto al futuro.