• Osvaldo Gaiotto
• Torigami Arte
a cura di Osvaldo Gaiotto
I confini sono il luogo della transizione. Sono linee sottili e a volte immaginarie che, all’improvviso, si trasformano in muri, in barriere per difendere o marcare differenze. Linee trasparenti che difendono la vita, muri che sembrano eterni e poi si dissolvono. I confini mostrano le differenze; il bianco e il nero hanno un confine.
I confini sono naturali come il carapace di una tartaruga o l’elica della lumaca o una catena montagnosa o il grembo di una madre, che protegge la vita, o il nido di un passerotto.
I confini sono artificiali come i muri, le reti metalliche; Berlino, la Grande Muraglia e tutti i nuovi muri sparsi per l’intero pianeta. Per dividere e distinguere il bianco dal nero versano il rosso sangue della vita.
Protezione e difesa si alternano come le ragioni della vita stessa e come la vita stessa mutano di significato. Il Nero diventa Bianco e viceversa.
E tutto cambia. E basta alzarsi e seguire uno stormo di gru bianche e nere in volo nella vastità del cielo perché i muri diventino linee sottili, lievi increspature del terreno, perché il bianco e il nero si confondano e si mescolino con i colori dell’universo.