Francesco A. Convertini
Geometra, laureando in ingegneria civile e cofondatore di The Walls srl.
Classe ’89. Nato e cresciuto in cantiere.
Dopo l’internship in ORproject a Londra nel 2015 avvia la sua attuale collaborazione con Archistart.
Membro di ODS Matera nel 2016 e nel 2020.
Tramite workshop realizza installazioni pubbliche infondendo la sua passione per il legno.
Designer e builder focalizzato nel dare un utilizzo ed una applicazione inusuale ai materiali.
Appassionato di neuro_ e slow_architecture. Problem solver.
Archistart VAI OLTRE Lecce, 2019
ODS Matera UNIVERSO ASSISI Assisi, 2019
Il lavoro di ricerca
La ricerca di Francesco A. Convertini inizia da bambino con l’uso dei materiali da cantiere come malte e vernici
fin quando a Matera iniziò a lavorare e ad appassionarsi al legno, arrivando oggi a costruire installazioni pubbliche.
Il legno, il più nobile dei materiali, viene oggi usato ordinariamente per qualsiasi impiego svalutandone il suo valore.
Con la residenza continuerà ad esplorare nuovi impieghi e rifiniture del legno individuando nuove molteplicità di utilizzo restituendo al materiale il suo prestigio.
The Exhibition
Cose inutilmente essenziali
Il lavoro di Francesco Convertini ha per oggetto l’artigianato e il processo creativo è esso stesso parte integrante del prodotto artistico. Lo spirito del postmodernismo si realizza meticolosamente nelle sue mani. Il tavolo – oggetto ampiamente diffuso nella vita quotidiana – diviene un mezzo per rompere la percezione ristretta e stereotipata dell’arte e, attraverso l’intervento di Convertini, si trasforma da manufatto costruito per assolvere a pieno alle sue funzionalità, ma essenzialmente crudo e senza alcuna virtù, a oggetto “coraggioso” e “audace”, pronto per assurgere a opera d’arte. Convertini sfida i gusti estetici delle persone e mostra le proprietà inutili insite negli oggetti utili protagonisti delle sue opere, alla ricerca di un equilibrio di relazione tra le nozioni di “bellezza/utilità” e “non bellezza/inutilità”. L’utilizzo tradizionale dell’ordinario diventa veicolo per sovvertire le idee estetiche e avvicinare il confine tra oggetto e opera d’arte, in una pratica artistica artigianale vicina allo spirito dadaista. Nella mostra sono presenti diversi oggetti ready made”deliberatamente fatti”, come gli specchi, in cui il riflesso della propria immagine diviene opera d’arte esso stesso, anche a rischio di suscitare perplessità e straniamento: ciò che Francesco Convertini intende mostrare, infatti, non è tanto ciò che realizza quanto quello che sceglie di chiamare arte, al di là delle definizioni imposte da una visione univoca del concetto di Arte in sè. C’è anche un vecchio telefono, la cui funzione viene stravolta, ma che, oltre a nascondere un lato giocoso, racchiude i ricordi più sinceri di una generazione della famiglia. Sia in SCATOLA CHIUSA che in FAR_A_DAY CAGE, l’artista pone delle domande non tanto con l’obiettivo di dare risposte, quanto di far riflettere le persone sugli oggetti e le abitudini che vengono date per scontate, fagocitate dalla quotidianità.
Testo a cura di Mengyin Wang.
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