GESTALT
di Jérémy Magniez
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a cura di Margot Ambrosio
CONCEPT
I miei disegni sono principalmente l’espressione di un gesto, un'idea, musicale o coreografica, il cui impulso cerco di sviluppare, di perpetuare il movimento. Questo desiderio di spontaneità che ricorda l’action painting o che il pianista jazz Bill Evans ha avvicinato al sumi-e giapponese è qui
cortocircuitato da un lavoro meticoloso e ostinato, una sorta di conto di tempo opalescente, che carica l’energia di forme mutevoli, figurazioni della mobilità congelata del mondo vegetale: alla molteplicità delle prospettive visive, quella delle prospettive temporali risponde.
L’espressione è a volte simbolista, gli echi si trovano in Bruegel, Giger o Escher, in una serie di pianeti in cui l’umano non è altro che una presenza meccanica, una vertigine bloccata in strutture senza problemi, circoscritta nell’universo chiuso o condannato alla loro immutabile ripetizione.
