Dalle sale buie dei cinema a luci rosse degli anni ’70/’80 Ginger & Glamour ripropone, al Funkiglia, in una mostra un’ampia collezione di manifesti vintage di Hot Movie, non solo oggetti pop e glamour ma veri e propri documenti di cronaca e di analisi sociologica di un’epoca tanto moderna quanto naïve.
I soggetti del materiale promozionale della prima cinematografia hard, sia illustrazioni che fotografie, sono sempre allusivi, ammiccanti, quasi mai espliciti, testimoni di un periodo in cui ancora esisteva la trasgressione, a differenza di una contemporaneità in cui tutto ormai pare lecito.
Oggi la nudità, come la diffusione della pornografia, non è più vissuta come oggetto di censura o tabù, ma anzi è favorita ed esasperata dal progresso tecnologico dei mass-media. L’industria del porno ha vissuto nell’ultimo trentennio un boom economico a dir poco incredibile, valutandone la crescita del fatturato anno per anno. Di pari passo il comune senso del pudore e della morale sono mutati in modo a dir poco accelerato, portando a una disinibizione e una licenziosità di costumi impensabile fino alla metà del secolo scorso. La facilità di accesso a determinati tipi di contenuti sessualmente più o meno diretti, inaugurata dalle riviste specializzate per soli uomini, è stata favorita in modo progressivo dalla diffusione dei cinema a luci rosse prima e della televisione poi, culminando con l’avvento del web. La rete dischiude a livello globale un intero universo da esplorare, perennemente accessibile, provocando nella massa un tale stato di assuefazione alla presenza della pornografia nella quotidianità tale ormai da annullare qualsiasi forma di stupore.
Sottovesti, giarrettiere e pettinature dichiaratamente vintage, come stile, colori o font utilizzati nel layout grafico, denunciano la natura inevitabilmente retrò delle piccanti locandine in mostra,percepite al giorno d’oggi solo come timidi e ingenui prototipi di un’industria pornografica ai primordi.
I manifesti, curiosi reperti di un tempo nemmeno così lontano, non riescono più in alcun modo ad essere né provocanti né provocatori, lasciando invece spazio a una sensazione di nostalgia e rimpianto, mista a indulgenza, nell’evocare un passato prossimo che, nei modi e costumi, sembra veramente distante secoli.
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