Leandro Summo / Corps sans organes
CONCEPT
Sviluppo di tre opere in polistirene espanso lavorato in loco tramite robot antropomorfo a 6 assi.
La serie è finalizzata alla produzione di output fisici partendo da un codice computazionale. Una necessità quella di sviluppare il reale, il tangibile per svincolarlo dal sistema generativo da cui è stato formato. L’hardware, un robot, dinamica dell’imitazione del corpo e della sua sostituzione si presenta necessario nella costruzione dell’idea e dell’opera reputando quest’ultimo, come nuovo medium inevitabile su cui indagare nell’Era in cui i le estensioni corporee avanzano in modo sempre più dominante.
L’uomo si distingue dagli animali, fra l’altro, perché ha sempre creato delle estensioni al proprio corpo ed alla propria mente per superarne le limitazioni intrinseche. Crea macchine per ottenere forza e agilità, artefatti cognitivi per ancorare e rendere stabili anche i propri modelli mentali. Se la scienza usa le simulazioni per conoscere i meccanismi della vita, investigando le più minute relazioni tra processi di crescita e determinazione delle forme naturali, il mio fine è prettamente indirizzato a sondare sistematicamente le possibilità di sfruttare le procedure algoritmiche per generare processi morfogenetici e morfologie dotati di qualità estetiche.
Corps sans organes è un tentativo di re-immaginare il corpo. Siamo noi, imperfetti, organici, a dettar caos nel nostro corpo. Sono i nostri organi che non riescono a sfuggire alla dinamica del controllo. Il corpo organico è il primo dittatore di regole. La soluzione è una carcassa amorevolmente svuotata. Liberando il corpo dalle sue viscere, dai suoi ingranaggi innervati, semplicemente lo si sottrae alla sofferenza.
BIOGRAFIA
Ha compiuto studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Dal 2014 al 2016 è cultore della materia “Cattedra di illustrazione scientifica” presso l’Accademia del capoluogo pugliese.
Il terreno di ricerca è circoscritto all’ambito della computer art e dell’arte elettronica che lo portano a rielaborare e sperimentare le potenzialità espressive e comunicative dei new media e di dispositivi mutuati da altri linguaggi, come quello del suono e della musica dal vivo, operando anche sull’intersezione tra arte e scienza.