a cura di PAOLO PARENTE
“Navigare, navigare, era il suo unico pensiero. Non appena, dopo lunghi tragitti, metteva piede a terra in qualche porto, subito lo pungeva l’impazienza di ripartire.” (Dino Buzzati)
Un artista virtuoso e visionario, è MORENO RUSCONI, pronto a rimettersi in discussione, nella continua ricerca dell’ essenziale. L’opera “Libero Cerbo” ( libertà del cervello in esperanto ),rappresenta con infinite sfumature il dentro e fuori di ognuno di noi. Monocromia non come negazione del colore, al contrario: tutti i colori si possono immaginare. Un’opera aperta che fluttua in un micro e macro cosmo, viaggio pentadimensionale in cui regna l’immaginazione e che va dai pittori lombardi del tardo Cinquecento all’epopea di Alien. Corpo spazio, morbidezza che si dispiega sulla tela e incisione di segni infiniti che la ritmano gestualmente. L’artista canta un mondo utopico, libero da schemi, da catene ideologiche. Questa la magnifica ossessione di MORENO RUSCONI.