Giovedì 19 maggio 2016 inaugurerà la mostra dell’artista Saro Puma ospitata presso gli spazi di YLDA Associazione e visitabile fino al 18 giugno 2016.
I temi delle mostre personali di Saro Puma scandiscono le tappe della sua ricerca pittorica, in continuo divenire. A partire da “I blu del blu” (1995), ovvero dal mare dove l’artista è nato che diviene mare-simbolo, rappresentato attraverso dissezioni delle profondità sempre più recondite e trasfigurate. Con “Pagine corali” (2002) l’astrattezza della prima fase incomincia ad animarsi di frammenti di testi che trovano la loro collocazione in uno spazio pittorico, talvolta sfondo, talvolta protagonisti, in un continuo dialogo tra le superfici. Figure incontrano parole, le attraversano e ne sono attraversate, in un confine mai definito. L’uomo- viaggiatore, in “Omero il cantore esterno” (2010), incontra il Mare e la Terra, immagini archetipiche che si declinano ancora in profonde solitudini ma anche in altre “pagine corali”. Vari fili, dunque, collegano le opere che trattano figure umane e animali solitari: la consistenza di cui si gonfiano i colori, l’immagine reale che si distorce, forse nel sogno, forse nel ricordo lontano, il movimento fisso e sospeso, tutti elementi formati da una materia misteriosa. Le immagini si sdoppiano, si incontrano e si fondono, come in una mitica metafora della natura, nella sua essenza di cellula e nel suo apparire di forme.
Questo percorso pittorico di Saro Puma in ”L’IO-DIVISO” Anteprima di opere 2015/2016, si connette con una nuova fase, presentata in cinque dipinti uniti da una maggiore aderenza raffigurativa al reale rispetto alle fasi che la precedono. Tuttavia, sono lo spazio e la materia che ci rivelano ancora una volta la lettura simbolica di questi corpi, ora maggiormente definiti e ospitati da uno spazio troppo stretto, come ripresi da un obiettivo “invaso” dalle immagini . “L’abbraccio” accoglie, ma l’immagine di donna non è totalmente accolta, mentre in “Café Muller”, immagine- metafora della danza , il corpo di una donna crea lo stretto spazio che la contiene; anche “Prometeo” vive in uno spazio troppo piccolo, guarda il cielo sopra di lui, braccia e gambe sfuggono al riquadro del dipinto. L’ uomo si lascia alle spalle “… tutto un infinito”, come contraltare dello “Scarabeo” che ha ancora spazio vuoto da percorrere dinanzi a sé. La materia coloristica si fa più leggera, talvolta scompare lasciando il tratto a matita, sciolta e fluidificata nella creazione dell’uomo e della donna. La presenza di parole evocatrici ci riporta alle “pagine corali”, ma sono solo accenni, l’uomo va oltre. Il “bestiario” di tante atmosfere create da Saro Puma viene rappresentato da due animali che si fondono, uno ombra dell’altro o specchio imperfetto: due animali o uno-diviso?
Inaugurazione giovedì 19 maggio 2016 dalle 19.00.
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