Il lavoro artistico si compone di singoli fotogrammi isolati che rivelano l’inconscio ottico di cui parlava W. Benjamin nel suo saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.
Ogni pellicola è composta da migliaia di fotogrammi singoli, che non sono percepibili; i soggetti e le inquadrature sono subordinate alla totalità, ad una trama che si sovrappone al soggetto.
L’isolamento dei singoli fotogrammi mostra ciò che lo spettatore non riesce a vedere se non vagamente. L’inconscio ottico dunque, si rende evidente attraverso la selezione.
Alla ricerca dell’inconsciamente visibile, l’artista ha vagliato innumerevoli filmati Super-8 che sono stati raccolti da lui nel corso degli anni. Martin Bruckmanns ritrova il tempo passato, la nostalgica malinconica che ne deriva nei suoi colori e nelle strutture tattili.Della sequenza infinita sceglie il singolo fotogramma, portando la scena oltre il momento nel campo visivo e rendendo l’inconscio ottico emozionalmente visibile.