Martina Zanin
Martina Zanin è una fotografa e artista visiva nata a San Daniele del Friuli nel 1994. Studia fotografia presso l’ISFCI di Roma e consegue il Master in fotografia contemporanea presso lo IED di Madrid. Inoltre, tra il 2018 e il 2020 si specializza in Arti Plastiche e Scrittura Creativa. Attraverso un approccio multimediale esplora temi ricorrenti come i legami familiari, la memoria, e l’identità, mettendo in discussione le radici di determinati comportamenti e patterns all’interno delle dinamiche familiari e l’ambivalenza delle relazioni affettive.
Zanin è l’autrice del libro fotografico I Made Them Run Away (2021) pubblicato da Skinnerboox, e di Older Than Love (2021), un libro autopubblicato che accompagna l’omonima installazione multimediale. Nel 2021 è vincitrice di Camera Work, di Images Gibellina, e del bando Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere promosso da MAECI e MiC. Zanin è stata nominata per il Foam Paul Huf Award 2019 e il C/O Berlin Talent Award 2020.Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive a livello nazionale ed internazionale, tra cui: Benaki Museum (2022), Fonderia 20.9 (2022), IIC Abu Dhabi (2021), FMAV – Fondazione Modena Arti Visive (2021), BACO – Base Arte Contemporanea (2021), Spazio Labò (2021), Galleria Studio Faganel (2021), Cortona On The Move (2021), Fotografia Europea (2021), Fondazione Fabbri (2020), Photo España (2018), Goethe Institute (2017), Palazzo delle Esposizioni (2015), Museo Laboratiorio Arte Contemporanea (2015).
Untitled, 2017-2020
I MADE THEM RUN AWAY
“Era estate e come molti bambini passavo le mie giornate ad un centro estivo. Una sera tornai a casa molto eccitata e dopo aver cenato da mia nonna salii al piano di sopra dove abitavamo io e mia madre con l’intenzione di andare a dormire. Appena entrai vidi mia madre e un uomo seduti sul divano a guardare la televisione. Mia madre mi chiese come fosse andata la giornata ed io non mi trattenni a mostrare ad entrambi ciò che avevo appreso. Cominciai a ballare e cantare di fronte alla televisione per circa 10 minuti, finché l’uomo non interruppe la mia performance dicendo “Si è fatto tardi, meglio che vada.”, seguito da uno sguardo fulminante da parte di mia madre. Una volta salutato l’uomo mia madre tornò in casa e mi disse “Com’è possibile che li fai scappare tutti?”.”
I Made Them Run Away è una storia a più livelli che intreccia assieme fotografia, immagini di archivio familiare e testi scritti dalla madre dell’artista. Raccoglie ricordi del passato e sentimenti presenti per riflettere sulle dinamiche delle relazioni – il bisogno di attenzione, le aspettative che causano disillusione, insicurezza e giudizio. Spostandosi tra i diversi punti di vista, Zanin ripercorre il ricorrente complicato rapporto tra lei, sua madre e l’”uomo”, una figura multipla e non costante, per lo più rappresentato come un’assenza all’interno del lavoro.
Fantasticando su un uomo che non è mai riuscita ad avere, la madre dell’artista scrive i suoi pensieri e desideri all’interno di un diario intitolato “Lettere ad un uomo mai avuto”. Gli scritti poetici, si scontrano con le fotografie di famiglia strappate, delle quali la madre ha conservato solamente la sua figura, o quella della figlia, creando degli oggetti saturi di rabbia e solitudine. Ogni altra foto è la ricostruzione e l’espressione di emozioni e sensazioni passate venute a galla nel presente. L’interazione di prospettive crea un dialogo tra madre e figlia in due momenti di tempo differenti, riflettendo sul ruolo del passato nel presente, ed esplorando la coesistenza e la transizione di sentimenti opposti all’interno delle relazioni, come la compassione e la rabbia, l’attrazione e la repulsione, l’amore e l’odio.