Laureata in Lingue e Letteratura straniera all’Università di Pisa, Ornella Gario insegna inglese fino al 2007, collaborando inoltre con case editrici nazionali ed estere per la produzione di testi scolastici e multimediali. Amante della pittura sin da ragazza, può finalmente dedicarvisi a tempo pieno solo nel 2007 quando decide d’interrompere l’ attività didattica.
Percorre rapidamente il solito iter evolutivo: Figura, Natura Morta, Paesaggio, sino all’Informale, con aggiunte materiche sempre più evidenti.
Percorre rapidamente il solito iter evolutivo: Figura, Natura Morta, Paesaggio, sino all’Informale, con aggiunte materiche sempre più evidenti.
La sua insofferenza per la stesura pittorica tradizionale, la porta conseguentemente a sperimentare nuove tecniche e materiali.
Col passare del tempo si orienta sempre più spesso verso i paesaggi, cui sottrae man mano i consueti riferimenti alla realtà. Così l’esplorazione cede il passo all’introspezione in un sofferto itinerario alla ricerca dell’essenza. Passo dopo passo il colore illanguidisce mentre la superficie mostra crepe profonde come ferite, attraverso le quali è possibile ipotecare arcane intimità. Siamo così giunti alle ultime opere nelle quali, a mio parere, si nota un deciso salto qualitativo. La tela si disgrega in tessere emozionali rigorosamente monocromatiche, salvo qualche petalo delicato a corromperne la monotonia, come nostalgiche note di una vecchia canzone.
Col passare del tempo si orienta sempre più spesso verso i paesaggi, cui sottrae man mano i consueti riferimenti alla realtà. Così l’esplorazione cede il passo all’introspezione in un sofferto itinerario alla ricerca dell’essenza. Passo dopo passo il colore illanguidisce mentre la superficie mostra crepe profonde come ferite, attraverso le quali è possibile ipotecare arcane intimità. Siamo così giunti alle ultime opere nelle quali, a mio parere, si nota un deciso salto qualitativo. La tela si disgrega in tessere emozionali rigorosamente monocromatiche, salvo qualche petalo delicato a corromperne la monotonia, come nostalgiche note di una vecchia canzone.
