Giovanna Camera

Permanenze effimere

Permanenze effimere

di Jam Factory (Rita Bagnoli, Giovanna Camera, Annamaria Fino, Antonella Gerbi, Valeriangelini)

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a cura di Giulia Giglio 

CONCEPT

Ossimoro solo apparente.

Tracce di percorsi personali o legami universali, che nei lavori del gruppo Jam Factory assumono una dimensione immateriale e impercettibile.
Ne sono espressione le ceramiche raku di Rita Bagnoli, in cui le fratture materiche manifestano il dialogo interminabile tra l’artista, il mondo circostante e la società. Come le incisioni di Annamaria Fino che, nel tentativo di dipanare il proprio labirinto, tende al confine luce-ombra e all’essenzialità della forma. Un ritorno all’essenza della materia e del corpo che ritroviamo nelle anatomie di Antonella Gerbi: un lavoro di asportazione del plexiglass che svela l’impermanenza del reale. Parallelamente gli scatti fotografici di Giovanna Camera rivelano un mondo in continua trasformazione, impossibile da afferrare o fissare in un frammento. Visioni alterate, che tornano infine con Valeriangelini, nei paesaggi astratti e nelle prospettive urbane; pezzi di un puzzle che ricerca l’equilibrio tra passato, presente e futuro.
Permanenze effimere, segni e cicatrici che mostrano nuovi principi e realtà.

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