Infiniti mondi fatti di luci, suoni, movimenti, sensazioni, epifanie. Basta lasciarsi guidare dallo sfarfallio per entrare nelle mirabilanti cosmogonie alle quali Rudi Punzo affida il compito di rappresentare la sua singolare e personalissima visione di altri spazi possibili. Macchine, oggetti, assemblaggi, sculture, scatole, scarti, ricicli; inizialmente silenti/immobili e poi insistentemente loquaci/irrequieti. E si ritorna volentieri sui propri passi per ricominciare la sfilata, per abbandonarsi all’ipnotica fascinazione di insetti elettromeccanici in euforica libertà, ancorché ingabbiati, inscatolati, ammaestrati, che attendono l’avvicinarsi dei visitatori per rianimarsi.
Un gioioso affastellamento di diorami, biosfere, protozoi e cuccioli fotovoltaici accoglie i visitatori con la sfrontata promessa di stupire, divertire, irretire. Magico luna-park in miniatura in cui perdersi cullati e disorientati dal frinire insistente di innocui, teneri, effimeri, brulicanti, irriverenti ROBOT.