Rosa Lacavalla

Rosa Lacavalla

Rosa Lacavalla (classe 1993, Barletta) è una fotografa e visual artist italiana con sede a Bologna. Laureatasi in Grafica d’Arte (2014) e successivamente in Fotografia (2017) presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha trascorso parte dei suoi studi in Inghilterra alla  Coventry University e nel 2016 ha lavorato come tirocinante per il collettivo Cesura.

Il suo lavoro intitolato Sana Sana ha vinto il terzo premio per Emergentes 2021 – International Photography Awards Encontros Da Imagem (Portogallo) ed è stato selezionato da Fresh Eyes Talents 2021, Verzasca Foto Festival, Camera Work 2021, New Talents 2020. È stato inoltre presentato su Der Greif, Phase Mag, Cahier d’Images, Grandmama’s Print, Museè Magazine, C41 Magazine. Con la sua ricerca visiva ha partecipato a mostre collettive e festival come RAKFAF – Ras Al Khaimah Fine Arts Festival (Emirati Arabi Uniti, 2023), Castelnuovo Fotografia (Italia, 2022), FotoLimo Festival (Francia, 2020), New Talents (Berlino, 2020), Funzilla EXPO (Italia, 2020), PIP Festival e Lishui FotoFestival (Cina, 2019).

lacavallarosa.com

Sana Sana 

Sana Sana racconta un viaggio verso la guarigione che viene dall’interno verso l’esterno e il lento e delicato processo di guarigione dalle ferite emotive.

Sana Sana (Guarisci Guarisci) si ripete come un mantra. Si no sanas hoy (Se non guarisci oggi) / Sanarás mañana (Guarirai domani). Questi versi sono tratti da un canto popolare sudamericano cantato dalle madri per consolare i figli quando si fanno male. Una semplice canzone diventa un rito, nato dall’amore, e le sue parole hanno acquisito una credenza magica: se ripeti questi versi ad alta voce, inizierai a guarire. La necessità di dare una forma visiva a specifici sentimenti e la loro risoluzione porta l’autrice ad affrontarli e a dar loro una forma, seppur metaforica. La rende capace di liberarsi da quel peso. Per questo le immagini assumono significati diversi, diventando traduzioni simboliche di sentimenti, momenti di ansia e conforto, disagio e quiete. Quando iniziamo a riconoscere le nostre emozioni mentre siamo in preda alla sofferenza emotiva, siamo già sulla via del recupero e questo ci permette di accogliere i nostri sentimenti con un certo grado di consapevolezza.

Documentando un rito sciamanico verso la guarigione emotiva e la crescita personale, le immagini danzano tra le sottigliezze di ogni giorno e portano allo spettatore la confortante sensazione di un rituale di guarigione che attraversa un percorso intricato e spesso accidentato come la roccia, con la presenza di zone d’ombra, dove la causa dei problemi e la chiave per risolverli sono nascosti.

Sanarás mañana, si ripete, e non ci sarà più motivo di vivere questa “triste melodia”.



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Martina Zanin

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