Stefano Fiorina
Stefano Fiorina, nato a Torino nel 1990, ha frequentato il corso di Comunicazione Visiva presso l’Istituto Europeo di Design (IED) a Torino.
Successivamente ha svolto la professione di fotografo free-lance collaborando con diversi studi di fotografia tra Torino e Milano.
Nel 2019 vince la residenza della Wunderkammer Gallery di Roma, dove nasce il progetto “I Portatori di Luce”, la sua ricerca artistica si sposta così verso la scultura. Utilizzando principalmente materiali di riciclo e di recupero produce, abiti, maschere, fiori e piante dando vita a un immaginario fantastico. In parallelo organizza workshop e laboratori esperienziali, con bambini e adulti al fine di creare con i partecipanti opere collettive e installazioni site specific.
Grazie a questo lavoro nel 2020 viene selezionato da Sara Sozzani Maino, per partecipare all’evento “The World of Vogue Talents” dedicato allo scouting internazionale di progetti responsabili.
Nel 2021 il Museo del Garda di Ivrea gli dedica una mostra personale dove le opere della collezione dialogavano con i lavori dell’artista.
Partecipa a Lubica 2022, Lucca Biennale Cartasia e nello stesso anno viene invitato a partecipare a differenti festival, come Urban Vision ad Acquapendente (VT), Trame Festival organizzato dal Collettivo Clan a Grosseto (GR), Meno alti dei pinguini ad Arezzo (AR) e Tramà ad Aosta (AO). Nel 2023 partecipa alla mostra collettiva Essenziale nell’ambito dell’evento Start Saluzzo, a cura di Francesca Canfora.
Gli alberi
Le opere e i workshop che Stefano Fiorina crea e conduce appartengono all’articolato progetto I Portatori di Luce, che prende corpo tramite un reportage d’invenzione, aprendo una finestra su un mondo immaginifico abitato da personaggi e piante fantastiche.
L’artista immagina attraverso le sue opere di trasportare i bambini e i visitatori nel fantastico mondo dei Portatori di Luce, impegnandosi simbolicamente in un’azione di sostenibilità ambientale per ripopolare il pianeta di piante e fiori, contrastando così il cambiamento climatico e il disboscamento progressivo delle foreste. Le sue opere, che rappresentano fiori, piante e alberi sono tutti realizzati in materiali di scarto e di recupero, in un’ottica di responsabilizzazione dell’arte nei confronti della promozione della salvaguardia ambientale.
“Ogni vita è racchiusa in un seme pronta a sbocciare per crescere, espandersi e creare nuova vita.
Per comprendere il naturale processo di tutte le cose bisogna partire dal basso, avere pazienza e dedizione. Ricordo quando vidi il mio primo fiore, quel giorno il cielo non è mai stato così azzurro, non lo colsi, ma andai ogni giorno a trovarlo, e ogni giorno che passava quel fiore cresceva sempre di più. Imparai ad ascoltarlo, perchè la natura ci parla, e bisogna solo saper ascoltare.
Quello stesso fiore mi ne fece così scoprire altri fiori, altre piante e alberi, così immensi da non riuscire a vederne la fine. Fino a che un giorno quello stesso fiore divenne un albero talmente grande che al suo fianco io mi sentivo protetto da lui. Poco dopo intorno ad esso nuova vita sbocciò e quella radura immensa divenne un bosco con alberi e piante che tra di loro parlavano, danzavano e continuavano a crescere prendendosi cura l’uno dell’altro”.